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di GIOVANNI LOMBARDO DOPO quasi due anni e mezzo di indagini il crack Cirio approda in aula di giustizia.

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Ieri è stata firmata dai pubblici ministeri romani la richiesta di rinvio a giudizio di 44 persone: si tratta di nomi eccellenti della finanza e del mondo bancario ai quali si contestano reati che, a seconda delle posizioni, vanno dalla bancarotta per distrazione, documentale, preferenziale e patrimoniale alla truffa. Una truffa che la procura ha quantificato in 1.125 milioni di euro attraverso l'emissione di nove bond dal 30 maggio 2000 al 31 maggio 2002. A rischiare di finire sotto processo ci sono, tra gli altri, Sergio Cragnotti, ex patron del gruppo agroalimentare, e i banchieri Cesare Geronzi, presidente di Capitalia ed ex numero uno della Banca di Roma, Gianpiero Fiorani, ex amministratore delegato della Popolare di Lodi (oggi Popolare Italiana) sotto inchiesta anche per la scalata ad Antonveneta, Rainer Masera, ex presidente del San Paolo Imi. «Accuse infondate già confutate da autorevoli perizie», hanno detto ieri legali di Capitalia, secondo i quali la richiesta della Procura «riproduce ipotesi già contenute nell'avviso di conclusione delle indagini». «La banca - concludono i legali - ha sempre fermamente contestato, fin dall'inizio, i rilievi mossi confutandoli anche sulla base di autorevoli e puntuali consulenze tecniche che avvalorano la piena correttezza dell'operato dei propri esponenti». Anche l'ex presidente del San Paolo Imi, Rainer Masera «ribadisce la sua estraneità ai fatti che gli sono contestati e ritiene di aver fornito ampia prova di ciò nel corso delle indagini».

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