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Bpi, il Cda si dimette Giarda entra nel board

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I consiglieri della Bpi, al termine di una riunione di oltre due ore, ieri hanno compiuto un nuovo, importante passo verso quella discontinuità resa necessaria dalle inchieste della Procura di Milano, ma rimangono al loro posto per evitare di dover esercitare la sola ordinaria amministrazione, allontanando anche l'ipotesi di commissariamento. Secondo il comunicato diffuso dopo la riunione, la decisione di posticipare l'efficacia delle dimissioni al giorno dell'assemblea è stata presa «al solo fine di evitare l'evidente pregiudizio che la banca subirebbe per effetto della limitazione dei poteri gestori del cda» e per «garantire comunque pienezza e continuità alla gestione della banca». Sulla lista dei nuovi consiglieri da presentare in assemblea, composta per la maggioranza da indipendenti e alla cui presidenza dovrebbe andare Giarda, ha prevalso una linea di maggiore cautela. Le liste perciò verranno con ogni probabilità presentate una decina di giorni prima della riunione dei soci. È poi da vedere se Giarda sarà nominato anche presidente dell'assemblea. La figura di Giarda, già a conoscenza del mondo della ex Lodi come presidente di Bipielle Investimenti, ma non riconducibile direttamente a Fiorani rappresenta quindi la soluzione per poter traghettare la banca verso un nuovo corso. Intanto non si arresta il lavoro dei magistrati che anche ieri hanno ascoltato un paio di persone, mentre prosegue la collaborazione con l'Ufficio Italiano Cambi per ricostruire tutti i movimenti sospetti sui conti della Bpi. I pm Giulia Perrotti e Eugenio Fusco hanno poi iscritto nel registro degli indagati, con l'ipotesi di aggiotaggio, Ignazio Bellavista Caltagirone. Ma dalla società è stato smentito qualsiasi rapporto con la Garlsson di Ricucci.

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