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di GIULIO STRADA ALITALIA si lascia alle spalle l'aumento di capitale, un capitolo chiuso definitivamente ...

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Nella seduta di ieri a Piazza Affari, infatti, è stata completata l'acquisizione dei 5.241.890 diritti di opzione validi per sottoscrivere 7.401.316 azioni di nuova emissione, pari allo 0,59% del totale delle azioni offerte. La compagnia, si legge in una nota, incasserà un corrispettivo pari a circa 1,4 milioni. La ricapitalizzazione da un miliardo di euro di Alitalia si era conclusa con la sottoscrizione di oltre 1,25 milioni di azioni pari al 99,41% dell'offerta. La parte inoptata, quindi, è risultata irrilevante e non ha avuto alcuna difficoltà a essere venduta in Borsa. Molti operatori hanno interpretato il successo dell'aumento di capitale come un'importante segnale di fiducia nella compagnia e nella validità del suo piano industriale. Eppure proprio in queste ore i sindacati hanno messo sulla graticola l'amministratore delegato Giancarlo Cimoli, colpevole, secondo le organizzazioni dei lavoratori, di non aver elaborato una strategia convincente per il rilancio dell'azienda. L'era dell'Alitalia privatizzata, quindi, è cominciata con nuove polemiche e segnali di rottura tra i vertici e i lavoratori, che invece dovrebbero remare tutti insieme nella direzione del rilancio. Sul fronte del Governo, la Lega, con il ministro del Welfare Roberto Marroni, preme per una convocazione urgente a Palazzo Chigi di azienda e sindacati «per capire come uscire da una situazione grave». L'eventualità di una convocazione di azienda e sindacati sembra slitta a dopo il ponte dell'Immacolata. E c'è chi, come il viceministro ai Trasporti, Mario Tassone, è convinto che il numero uno della Compagnia resterà al suo posto. In effetti un cambio del vertice di un'azienda che ha appena concluso un aumento di capitale può risultare rischioso. La compagnia ha rispettato il termine di fine anno indicato da Bruxelles per concludere l'aumento di capitale. L'azionista Tesoro, sottoscrivendo 489,2 milioni di euro, ha ridotto la propria partecipazione al 49,9%. All'aumento di capitale ha partecipato anche Air France sottoscrivendo la propria quota per mantenere intatto al 2% lo scambio azionario esistente tra le due compagnie. L'operazione, avviata l'11 novembre scorso, non è stata indolore per il titolo che ha lasciato sul campo oltre il 30% sul valore ricalcolato post aumento di capitale. Ieri il titolo ha ceduto il 2,37% a 1,012 euro.

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