Energia, la nuova Edison mette sul piatto 5 miliardi

Gli investimenti attesi nel periodo 2006-2013 sono di 5 miliardi di euro, con l'obiettivo di mettere a segno una crescita annua del fatturato superiore al 5% registrando un aumento più che proporzionale del margine operativo lordo. Nel nuovo programma di sviluppo spicca poi il rilancio della vocazione nel gas, fortemente voluto dai francesi. L'intenzione è quella di fare di Edison il secondo operatore italiano negli idrocarburi, alle spalle di Eni. Una svolta, rispetto alla recente fase di crescita tutta improntata all'energia, dopo gli anni della riduzione a tappe forzate dell'indebitamento ai quali il gruppo aveva dovuto sacrificare anche i giacimenti in Egitto. L''obiettivo è ora quello di proporsi come operatore internazionale negli idrocarburi, anche grazie alle opere in via di realizzazione come il terminale di rigassificazione di Rovigo. Resta comunque fermo l'obiettivo di ridurre in maniera significativa l'indebitamento, con investimenti interamente autofinanziati, e debiti in netto calo anche nell'ipotesi di distribuire agli azionisti, sotto forma di dividendi, la metà degli utili. Il gruppo vuole poi aumentare comunque la presenza nell'energia, che nell'ultimo trimestre ha generato quasi il doppio dei ricavi realizzati negli idrocarburi (1.304 milioni di euro, a fronte dei 678 milioni del gas; nei nove mesi però l'energia genera ricavi per 3.572 milioni e il gas per 2.251 milioni) grazie al piano già avviato di potenziamento della capacità produttiva che dovrebbe garantire anche una produzione a costi competitivi. Sfuggono ovviamente dalle attuali valutazioni del piano industriale Edison tutte le potenzialità ancora da verificare per quel che riguarda le sinergie con i nuovi azionisti, che potrebbero garantire ulteriori benefici su ricavi e margini. Edf, del resto, già ritiene ci possa essere un significativo fabbisogno di gas in Germania e Regno Unito. Mentre collaborazioni sembrano possibili con le municipalizzate azioniste della Delmi, per natura più deboli nella produzione e più forti nei rapporti con la clientela finale, all'opposto del gruppo di Foro Buonaparte. Ulteriori possibilità di crescita per Edison, rispetto allo scenario tracciato dal piano industriale, potrebbero poi arrivare già prima del 2013 dall'avvio di altre iniziative più o meno avanzate, come il terminale di rigassificazione di Rosignano (in attesa di completare l'iter autorizzativo), o come il gasdotto tra l'Algeria e la Sardegna, il Galsi (controllato per il 38% dall'algerina Sonatrach e partecipato al 185 da Edison). Le azioni Aem hanno comunque salutato il piano di Sant'Ambrogio della controllata con un balzo del 2,75% a 1,642 euro. Più cauta Edison, in rialzo dello 0,75% a 1,74, sulla quale gli scambi appaiono però anche limitati a causa del flottante ridotto.