Negli affitti vincono le quote rosa
Soprattutto quando è necessario dichiarare all'erario gli incassi dell'affitto. Così, a guardare le statistiche fiscali elaborate dall'Alta Commissione per il Federalismo Fiscale, si scopre che tra i contribuenti che dichiarano solo redditi immobiliari, beneficiando quindi solo della deduzione di base di 3.000 euro, le donne rappresentano il 67,3%, contro il 32,6% degli uomini. Ma non si tratta di un fenomeno di emancipazione. Bensì di semplice «pianificazione fiscale». Per il bilancio familiare è meglio intestare la seconda casa al coniuge che non percepisce altri redditi: le tasse scendono così dal 39-43% ad un più contenuto 23%, con un risparmio di più di 15 punti percentuali. «Questo tipo di quote rosa non portano equità ma solo elusione», ha affermato il presidente dell'Alta Commissione Giuseppe Vitaletti, che ha lanciato una proposta: ora che sulla prima casa non si paga più l'Irpef, si potrebbe non applicare questa imposta anche sulle seconde case e sui redditi degli affitti. In sostituzione, andrebbe applicata una imposta sostitutiva, una sorta di tassa sull'affitto, con una aliquota del 32%, che scende al 23% sulla prima casa affittata.