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Gas, Scaroni ricuce gli accordi con i russi

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L'ad dell'Eni a Mosca offre a Gazprom un'alleanza su giacimenti e distribuzione

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Oggi, come annunciato da lui stesso qualche giorno fa, l'amministratore delegato del gruppo con il Cane a sei zampe, Paolo Scaroni, sarà a Mosca per un incontro con i vertici del colosso del gas russo che, comunque, non dovrebbe essere quello decisivo per la chiusura del nuovo contratto. L'obiettivo, come ha spiegato lo stesso Scaroni, è infatti quello di proseguire i colloqui per la definizione del «Memorandum of understanding»: si tratta, insomma, di trovare un'intesa sul percorso comune da fare. Le grandi linee del memorandum delle quali discuteranno Scaroni e il presidente della Gazprom Alexey Miller, del resto, erano già circolate 15 giorni fa, in occasione dell'inaugurazione del gasdotto Blue Stream in Turchia. Si va dall'esplorazione e sfruttamento congiunto di giacimenti di idrocarburi in Russia, alla possibile acquisizione congiunta di compagnie di idrocarburi russe; dagli esami di progetti per la ricerca e la produzione in Paesi di interesse comune, a studi di fattibilità di costruzione di impianti di liquefazione del gas; dall'acquisizione di capacità di rigassificazione negli Stati Uniti, alla partecipazione di Gazprom a Enipower per la generazione di energia elettrica; fino alla partecipazione e attività di distribuzione di gas Eni in Europa. Un programma articolato in 14 punti, da cui sarebbe sparito quello più controverso, contenuto nell'accordo precedente, vale a dire l'ingresso diretto di Gazprom nella distribuzione del gas in Italia. L'ipotesi aveva scatenato le critiche dell'Antitrust e le polemiche dell'opposizione in Parlamento (per il ruolo che sarebbe stato giocato dalla Cei, società controllata dal gruppo russo e da Bruno Mentasti Granelli, a suo tempo partner del presidente del Consiglio in Telepiù), in seguito alle quali i due gruppi avevano deciso di annullare l'intesa. Adesso, però, secondo il Financial Times, quello scenario potrebbe riproporsi: il quotidiano finanziario, infatti, scrive che l'Eni potrebbe offrire a Gazprom un più ampio contratto di distribuzione del gas in Italia (pari a 4-6 miliardi di metri cubi l'anno rispetto ai 2 miliardi precedentemente previsti), e una quota vera e propria quota in Enipower, in cambio di un accordo per l'upstream di petrolio e gas in Russia. In ogni caso, Scaroni ha già auspicato che il nuovo accordo venga approvato dall'Antitrust, quindi è ovvio che, qualora venisse scelta questa strada, verrebbe trovato un meccanismo tale da soddisfare le esigenze della tutela della concorrenza, quale, ad esempio, la messa all'asta della quota Gazprom tra più distributori. Altro punto chiave è l'impegno finanziario che l'Eni intende profondere in Russia: ipotesi di mercato non confermate dal gruppo con il Cane a sei zampe parlano di un investimento di 25 miliardi di euro nella produzione russa di petrolio e gas. Quanto ai tempi, Scaroni ha già preannunciato che difficilmente si chiuderà prima di Natale.

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