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Ocse: l'economia italiana riprende quota

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Il prossimo anno il Pil crescerà dell'1,1%. Ma è allarme per debito publico, deficit e inflazione

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«Il peggio è passato», anche se la ripresa in Italia sarà più contenuta rispetto alla media europea e mondiale. Restano, invece, le preoccupazioni sui conti pubblici e sul rispetto dei parametri fissati da Bruxelles. Questa l'analisi dell'Ocse, l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che ha fatto il consueto punto sullo stato di salute dell'economia mondiale nell'ambito dell'Economic Outlook. Intanto ieri il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha lanciato un appello alle imprese per recuperare competitività nel commercio con l'estero. «Nel mondo c'è voglia d'Italia - ha detto Ciampi alla cerimonia di consegna del "Premio Leonardo" 2005 - potenziare la nostra azione nella ricerca è condizione necessaria per attirare investimenti e per accrescere la presenza dei nostri prodotti sui mercati esteri». Arriva la ripresa. L'Ocse prevede una «prolungata fase» espansiva, anche se resta l'incognita legata soprattutto a nuovi rialzi del prezzo del petrolio. Le previsioni di crescita media per i Paesi industrializzati nel 2005 e nel 2006 sono pari rispettivamente a +2,7% e +2,9%. Per quanto riguarda l'Italia, quest'anno l'aumento del pil sarà dello 0,2%, per poi salire all'1,1% nel 2006 e all'1,5% l'anno seguente. Dati inferiori a quelli della zona-Euro, dove pure la crescita dell'economia quest'anno sarà di appena l'1,4% (+2,1% e +2,2% per i due anni seguenti). Secondo il capoeconomista dell'Ocse, Jean-Philippe Cotis, in Italia «il peggio è alle spalle» anche se nei prossimi trimestri la ripresa sarà «moderata». Conti in affanno. L'Ocse prevede per quest'anno una crescita del debito pubblico italiano (il che non è mai avvenuto negli ultimi dieci anni), mentre nel 2006 si arriverebbe al 110% del pil. Una cifra che allontana l'Italia dai parametri di Maastricht (non se la passano meglio i nostri cugini francesi: ieri è stato confermato che il debito pubblico in Francia ammonta a oltre duemila miliardi di euro che se conteggiati in bilancio farebbero balzare il tasso d'indebitamento al 120%). Quanto al rapporto fra deficit e pil, secondo l'Ocse quest'anno in Italia si attesterebbe al 4,3%, per poi scendere lievemente l'anno prossimo al 4,2% (contro il 3,8% delle stime governative) e salire al 4,8% nel 2007 (invece secondo l'Esecutivo si tornerebbe sotto il 3%). LOcse segnala anche la possibilità di un ritorno del tasso d'inflazione attorno al 3% nel terzo trimestre del 2006. Critici i sindacati. Il problema vero dell'economia italiana è la «mancata crescita della produttività», sottolinea il segretario generale della Uil Luigi Angeletti. Per il leader della Cisl, Savino Pezzotta: «non vengono affrontati i nodi strutturali». Ancora più dura la Cgil: «Fotografia realistica e dunque implacabile dell'Ocse sulla situazione italiana - afferma Marigia Maulucci, segretaria confederale Cgil - deficit e debito in crescita, Pil inesistente nel 2005 e ad uno striminzito 1,1% nel 2006, prezzi alla produzione e inflazione in pauroso rialzo».

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