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di SERGIO PATTI NON è solo la vicenda Nestlè a tenere accesi i riflettori nel settore del latte.

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La novità arriva da Banca Intesa, che ha rilevato il 20% di un altro importante produttore, la Granarolo. In questo modo, l'istituto di Corrado Passera si è assicurato due consiglieri nel Cda dell'azienda, ma soprattutto ha messo nel mirino la società di Bondi. L'amministratore delegato dell'ex azienda del gruppo Tanzi non ha fatto un passo indietro rispetto alla richiesta di gigantesche revocatorie e risarcimento danni ai principali gruppi bancari italiani ed esteri, per il ruolo svolto nella gestione finanziaria che ha portato al default della Parmalat. Le banche, divenute azioniste della nuova società riportata in Borsa a tempo di record, hanno prima tentato di bloccare Bondi. Poi, non riuscendo a contrastarlo in assemblea, dove si è presentato solo il 16% degli azionisti (istituti come Banca Intesa hanno disertato, mentre altri, come Capitalia, sono usciti al momento del voto), hanno in gran parte deciso una nuova tattica. Giù a vendere i titoli o ad annunciare in tutte le occasioni utili che le azioni Parmalat non sono strategiche. Il risultato è stata una rapida discesa del titolo in Borsa, accostandosi alla soglia di 2 euro. Troppo poco, secondo lo stesso Bondi, che per primo ha messo in guardia dal possibile lancio di un'Offerta pubblica d'acquisto sulla società. Contemporaneamnte si sono iniziati a intensificare i rumors su un possibile interesse proprio di Granarolo sulla società di Parma. Voci diventate sempre più accreditate con il rafforzarsi di Banca Intesa nell'azionariato della società bolognese guidata da Luciano Sita. Con circa 1.900 addetti e stabilimenti in mezza Italia, Granarolo sta attraversando una fase industriale non facile, tanto che è in corso un programma di licenziamenti e di ristrutturazione di alcune aziende controllate, come la Yogolat. Adesso la mossa di Banca Intesa, che ha arrotondato la sua quota. Con le nuove risorse finanziarie, spiegano alcuni operatori di Borsa, il passaggio successivo per Granarolo potrebbe essere proprio il lancio di un'Opa su Parmalat (di cui già detiene una piccola quota, pari allo 0,013%). Il progetto allo studio dovrebbe essere quello di un'offerta mista in azioni e contanti, per un'operazione fatta in gran parte a leva, ovvero a debito, per un costo di circa 1,7 miliardi. Ieri Parmalat ha guadagnato l'1,6%, a quota 2,12 euro.

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