Corsa al bene rifugio Oro ai massimi da 18 anni
Al mercato di Londra le quotazioni hanno toccato un picco di 497,02 dollari all'oncia, il valore più alto dal dicembre del 1987. Il metallo prezioso si avvicina così sempre più alla soglia psicologica dei 500 dollari all'oncia, un livello che non viene oltrepassato dal 1987, ma su cui gli operatori scommettono ormai da tempo, sull'onda di forti posizioni speculative. L'oro archivia tre settimane consecutive di rialzi e al fixing di Londra si attesta su 495,90 dollari. In particolare, sono i fondi a mettere mano a forti acquisti di oro tanto più che le quotazioni attuali sono ritenute addirittura «vantaggiose» in previsione del balzo a quota 500 dollari. Un picco considerato inevitabile dagli operatori - e che potrebbe essere toccato la prossima settimana, con la riapertura dei mercati Usa dopo il ponte festivo per il Thanksgiving Day - dal momento che le banche centrali appaiono sempre più orientate ad aumentare le riserve in oro per proteggersi da svalutazione e inflazione. Oggi, spiegano gli analisti, a imprimere l'ennesima accelerazione sono stati gli investitori giapponesi, che hanno puntato sull'oro per mettersi al riparo dalla deflazione. Gli ultimi dati sull'inflazione hanno confermato le perduranti difficoltà del Giappone a invertire la spirale ribassista dei prezzi al consumo che dura ormai da sette anni. Tanto che lo stesso ministro delle Finanze giapponese Sadakazu Tanigaki ha sollecitato la massima «cooperazione» da parte della banca centrale nipponica per fronteggiare la discesa dei prezzi. È un fatto che il valutario sembra convincere sempre meno, e che le banche centrali si stanno disaffezionando al dollaro. Sintomatico, per il mercato, l'orientamento della banca centrale russa che potrebbe raddoppiare le proprie dotazioni di oro, mentre Stati Uniti ed Europa che già custodiscono quasi un quinto delle riserve auree mondiali potrebbero presto puntare su un incremento dei propri lingotti.