Eni e Gazprom, patto di ferro sull'energia
E messo in soffitta il vecchio piano finito sotto la lente dell'Antitrust, che prevedeva l'ingresso del colosso di Mosca nella distribuzione del gas in Italia, sono pronte a siglare un nuovo programma di collaborazione sviluppato in 14 punti. I più importanti dei quali prevedono l'apertura al cane a sei zampe di nuove opportunità nella distribuzione europea del gas. E l'ingresso di Gazprom nell'energia elettrica italiana, attraverso una partecipazione in Enipower. Uno scambio a cui si aggiunge la possibilità per i due giganti del settore di esplorare e sfruttare congiuntamente i giacimenti in Russia e procedere a possibili acquisizioni in tandem di società di idrocarburi russe. Secondo le prime indiscrezioni - raccolte in Turchia a margine della cerimonia per il gasdotto Blue Stream - l'intesa dovrebbe articolarsi in 14 capitoli e non dovrebbe prevedere, almeno la contestata partecipazione di Gazprom nella distribuzione di metano in Italia. Un punto sul quale si era aperto in Italia un confronto acceso anche alla luce dei possibili aspetti non concorrenziali messi in evidenza dal Garante per il mercato. E senza il quale uscirebbe di scena anche la controversa partecipazione al progetto della società di Mentasti. l'Eni aveva, infatti, consentito ai russi - secondo quanto previsto dalla vecchia intesa - di vendere direttamente ai clienti finali italiani il 10% delle importazioni, ovvero 2 miliardi di metri cubi l'anno tramite la Cei (Central Energy Italia), controllata dal gruppo russo e da Bruno Mentasti Granelli. Chiuso definitivamente questo capitolo, dunque, si dovrebbe partire con la nuova alleanza che, secondo quanto annunciato dall'ad dell'Eni, Paolo Scaroni, potrebbe registrare, già entro un paio di settimane, un primo passo formale con la firma del memorandum of understanding. Il numero uno del gruppo italiano dell'energia ha aggiunto che è già fissata una scaletta di incontri il primo dei quali è in programma per fine novembre. Un piano in 14 punti. L'intesa prevede in primo luogo l'esplorazione e lo sfruttamento congiunto di giacimenti di idrocarburi in Russia insieme all'assistenza tecnica per lo sviluppo degli giacimenti della Sibneft. La possibile acquisizione in tandem di compagnie di idrocarburi russe. Un approfondimento delle possibilità di produzione in paesi terzi. Oltre alla valutazione di progetti nel settore del gas in Turchia e agli studi di fattibilità di costruzione di impianti di liquidificazione del gas. L'intesa prevede anche l'acquisizione delle capacità di rigassificazione negli Stati Uniti, l'ottimizzazione delle attività logistiche e lo sviluppo di accordi su swap nel campo del gas, la riorganizzazione delle attività commerciali di Promgas. E, infine, la partecipazione di Gazprom a Enipower per la generazione di energia elettrica e l'estensione della distribuzione di gas dell'Eni in altri paesi europei. I progetti di sviluppo dell'Eni non si fermano alla nuova alleanza con i russi. La costruzione del gasdotto sotto il Mar Nero apre, infatti, spazi di crescita anche in Turchia, paese che si è candidato a diventare snodo dei principali condotti energetici internazionali. La conferma è venuta anche dal premier turco Erdogan, che ha dichiarato al termine della cerimonia di inaigurazione del gadotto che tra Turchia, Russia e Italia la cooperazione «è molto buona e che in cantiere ci sono tanti altri progetti a tre». I progetti. Sul tavolo c'è innanzitutto la costruzione, entro il 2007, di una raffineria capace di lavorare 10 milioni di tonnellate di greggio (e per la quale è previsto un investimento per 10 miliardi di dollari), di un terminale per gas naturale liquefatto (Lng) e di uno stabilimento petrolchimico. Tutto da costruire - secondo i desideri di Ankara - nel porto mediterraneo meridionale turco di Ceyhan. Il cui porto è anche il terminale dell'oleodotto Baku-Tblisi-Ceyhan (Btc) che trasporterà dal prossimo gennaio petrolio greggio del Caspio e dell'Asia centrale destinato ai me