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PRONTO IL RICORSO AL TAR CONTRO LA RIFORMA DELL'ANAS

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I sindacati bocciano la vendita delle strade

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Circa 8 mila chilometri di rete stradale italiana, denunciano le organizzazioni di settore di Cgil, Cisl e Uil, rischiano di essere sottoposti a pedaggio con un'operazione che farà «pagare i cittadini tre volte», finanziandone la realizzazione, per assicurarne l'efficienza e, infine, corrispondendo una tariffa per il semplice mantenimento. «L'Italia avvia una dismissione delle strade che non persegue nessun orizzonte economico - dicono i sindacati - ma regala a pochi privati un bene della collettività con la sola scusante di sottrarlo alla contabilità pubblica». Secondo il segretario nazionale della Fit Cisl, Michele Salvino in pole position nella privatizzazione delle tratte Anas ci sarebbero gli imprenditori romani Francesco Gaetano Caltagirone e Vito Bonsignore. Quest'ultimo è amministratore delegato di Ili spa, la società che si candida a diventare il terzo gestore autostradale italiano. I sindacati concordano poi con l'Ance, l'associazione dei costruttori edili, sul rischio occupazionale che deriverà dai tagli in Finanziaria e cioè 40 mila posti in meno per ogni miliardo in meno di investimenti. E il numero è sicuramente più alto se si pensa all'indotto che gravita intorno alla società presieduta da Vincenzo Pozzi, che riguarda forniture di di servizi, materiali e di macchinari, con un totale che rischia di riguardare 250-350 mila lavoratori. Con loro sono a rischio anche molti cantieri: tra questi quelli della Salerno Reggio, della statale Jonica, del Gra e della Catania Siracusa. g.lom.

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