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Vitrociset, si avvicina l'accordo con l'Enav

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Advisor al lavoro per migliorare l'offerta da 108 milioni inviata da Nieddu. Ipotesi d'intesa a 150 milioni

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Ieri un vertice dell'azienda romana ha dato mandato agli advisor per proseguire nella trattativa aperta dall'ente nazionale per l'assistenza al volo con una prima offerta di 108 milioni di euro. Troppo poco, secondo l'azionista di riferimento di Vitrociset, che parte da una valutazione dello stesso ramo d'azienda molto vicino ai 220 milioni di euro. La famiglia Crociani però non vuole rompere i rapporti con la società guidata da Bruno Nieddu e ha chiesto un nuovo confronto sul metodo di valutazione degli asset in vendita, anche alla luce di altre operazioni di compravendita nel settore aeronautico. L'obiettivo è di arrivare a un compromesso (una cifra plausibile sembra quella di 150 milioni) entro l'unica data rimasta perentoria, e cioè il 31 dicembre prossimo. Mentre le scadenze fissate in precedenza sono tutte trascorse senza esito (il 30 settembre per la presentazione delle offerte e il 30 ottobre per la decisione definitiva) il termine di fine anno dovrà essere assolutamente rispettato, pena una nuova proroga - l'ennesima - dell'affidamento del servizio alla società guidata da Mario Arpino. Di qui la fretta degli advisor (Bain & Company e Deloitte & Touche per Enav, Lehman Brothers per Vitrociset) per completare in tempi stretti la due diligence in corso. Una volta ceduto il ramo d'azienda - il fallimento dell'intesa porterebbe a una gara europea con il rischio di vedere affidata la gestione dello spazio aereo nazionale a una società estera - a Vitrociset resterebbero i settori aerospazio, ricerca ambientale e telecomunicazioni. Comparti sui quali l'azienda ha investito ingenti risorse negli ultimi anni, chiudendo accordi commerciali in mezzo mondo. Una garanzia di continuità per una delle imprese più hi-tech della Capitale, che intanto - in attesa di vedere definita in un modo o in un altro la vicenda con Enav - ha sospeso i 150 dipendenti messi in mobilità nelle scorse settimane. Il pallino ora torna all'Enav, che però ha molto da guadagnare da una gestione diretta dei cieli italiani. L'acquisizione - ha spiegato la stessa società di Nieddu - consentirebbe di «assumere il presidio diretto della gestione degli impianti, innalzando anche i livelli di sicurezza del sistema, secondo una strategia coerente con i principi ispiratori e con le sfide competitive del single european sky». In questo mdo «l'azienda potrebbe allinearsi all'assetto tecnico e organizzativo degli omologhi europei, con l'opportunità di sviluppare nuovi business in italia e all'estero». Ma la cifra in ballo è grossa. E il consigliere dell'Enav Linda Lanzillotta ha messo in guardia la società, chiedendo di dare a tutta l'operazione il massimo della trasparenza.

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