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L'offerta Alitalia alla prova del mercato

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Scatta il collocamento dei diritti per l'aumento di capitale da un miliardo. Forte cautela in Borsa

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Una prova della verità per l'intera operazione che ha portato all'aumento di capitale della compagnia guidata da Giancarlo Cimoli, dopo il pesante giudizio espresso venerdì da Piazza Affari con un'ondata di vendite del titolo. Alla vigilia, le attese sono molto caute. Borsa Italiana ha annunciato che vieterà gli ordini senza limiti di prezzo sia sulle azioni sia sui diritti di opzione sulle azioni della compagnia. Gli operatori, d'altronde, così come i 12 istituti di credito che dovranno garantire l'acquisto delle quote inoptate, non avrebbero rimosso le preoccupazione che hanno influito sulla determinazione del prezzo di emissione, risultato più basso delle attese. Le nuove azioni (per un valore di oltre 1,257 miliardi di euro) saranno emesse a 0,8 euro ciascuna, con un rapporto di 13 titoli ogni due vecchie azioni o 60 obbligazioni a un livello di 5,2 euro. Un'offerta che ha fatto precipitare il titolo in Borsa, venerdì scorso, quando Alitalia ha chiuso in calo del 10,69% (a 5,48 euro) dopo essere stata sospesa ben tre volte dalle contrattazioni. Cimoli ottimista. «Ci siamo rivolti al mercato chiedendo una quantità di denaro importante. Mi auguro che siano investitori istituzionali e che nel mercato gli scambi siano numerosi» si è limitato a commentare sabato scoro il presidente e amministratore delegato di Alitalia, Giancarlo Cimoli, che in un intervista sul Corriere della Sera si è comunque detto convinto che la compagnia «uscirà dalla bufera». In questo quadro si inserisce anche il rischio di nuovi scioperi. I sindacati, che hanno protestato per non essere stati coinvolti in tutte le fasi dell'aumento di capitale, riuniranno oggi le segreterie in vista di una possibile convocazione a Palazzo Chigi. All'incontro non parteciperà l'Anpac, l'associazione dei piloti, che non ha neppure preso parte all'ultima riunione delle organizzazioni sindacali, e che da alcuni mesi sta attuando una politica di riavvicinamento con la dirigenza della compagnia. Sindacati in allarme. I leader dei sindacati confederali non nascondono però il loro allarme. I segretari di Cgil e Cisl, Guglielmo Epifani e Savino Pezzotta, sono tornati a chiedere un confronto con la compagnia, mentre il segretario della Uil, Luigi Angeletti, punta ai risultati che, dice, ci dovranno pur essere, visti gli «sforzi sia sul piano finanziario, sia dei sacrifici del lavoratori». Sul fronte dell'aumento di capitale, l'azionista Tesoro (che oggi ha il 62,3%) garantirà 489,2 milioni di euro e cederà sul mercato, con un collocamento riservato a investitori istituzionali, i diritti che, per diluire la sua partecipazione e scendere sotto il 50%, non intende esercitare. Dall'altro lato, dodici banche hanno formato il consorzio che garantirà i restanti 516,8 milioni di euro. Con Deutsche Bank che si è assunta l'impegno al 40,4% per circa 200 milioni di euro, ci saranno Banca Caboto (Intesa) al 19,3% per circa 100 milioni, Unicredit Banca Mobiliare, Societè Generale, Morgan Stanley, Lehman Brothers (Europa), Banca Imi (San Paolo) ciascuna al 4,8% per circa 25 milioni, Csfb (Europa) al 3,9%, Nomura al 3,9%, al Calyon 2,9%, Mcc (Capitalia) al 3,9%, Banca Akros (Bpm) al 1,5%.

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