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La locomotiva Italia riprende a marciare

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Confcommercio: petrolio e tassi preoccupano, ma nel 2006 le famiglie torneranno a spendere

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Un aumento dello 0,8%, favorito da un recupero della ricchezza complessiva prodotta dal Paese, vicina all'1,3%. La previsone arriva dal Centro Studi della Confcommercio, e si allinea agli ultimi dati forniti dal Fondo monetario internazionale e dalla Banca d'Italia. Ma soprattutto fotografa un trend già messo allo scoperto dai risulati in alcuni casi senza precedenti forniti nei giorni scorsi dalle trimestrali di banche e imprese. Montagne di utili che hanno rianimato la Borsa, testimoniando che la crisi è superata. Che anno sarà. Il 2006, secondo gli esperti dell'associazione di Sergio Billè, vedrà ancora l'inflazione sotto controllo. Le previsioni parlano di una ripresa dell'1,3%, che proseguirà ma leggermente più soft anche nel 2007 (+1,1%). L'andamento dei prezzi del petrolio e la probabile stretta sui tassi di sconto rischiano però di cambiare le carte in tavola. L'indebolimento dell'euro rispetto al dollaro dovrebbe comunque assicurare una prospettiva positive, in particolare, per le esportazioni. Il Made in Italy si avvierebbe a registrare un +2,9 nel 2006 e +2,4% l'anno successivo. Il miglioramento del contesto produttivo dovrebbe inoltre incentivare «la domanda d'investimento delle imprese» che secondo Confcommercio aumenterà del 2,5 e del 2,1% nei prossimi due anni. Prezzi sotto controllo. Il costo della vita resterà stabile, con un incremento dell'inflazione al 2,2% nel 2006 e al 2% nel 2007. Di qui l'appello dell'associazione di Billè, che ha messo in guardia il governo sulla necessità di «incoraggiare» la ripresa. «O si mette finalmente in piedi un programma di largo respiro, anche impopolare ma finalizzato ad una profonda revisione del sistema e ad un riequilibro dell'uso di tutte le risorse disponibili, oppure il paese rimarrà ancorato ad un modello fragile senza reali prospettive di crescita» ha avvertito l'associazione. Trimestrali d'oro. Previsioni dei centri studi a parte, a misurare il polso di un'economia in movimento sono gli ultimi risultati presentati dai maggiori gruppi italiani quotati a Piazza Affari. Nell'ultimo trimestre le grani banche (Intesa, Unicredit, Capitalia, ecc) hanno messo in cassa utili giganteschi. E il gruppo di Corrado passera ha persino chiuso la trimestrale più brillante di sempre. Al di là della bravura dei manager, è difficile fare questi numeri in un contesto di stagnazione o - peggio - di recesione. Nessuna bolla. Gli appelli alla cautela continuano ad arrivare da ogni parte, ma la temuta esplosione della bolla speculativa sugli immobili ancora non c'è stata, e a detta degli esperti del settore in certe aree di pregio delle grandi città è probabile che non arrivi affatto. Corrono anche le quotazioni mobiliari e di Borsa. E tornano a veder l'utile persino grandi gruppi passati da fasi di forte crisi, come la Fiat.

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