Si fermano i cantieri delle grandi opere
E tra meno di due mesi, già a partire dal primo gennaio prossimo, si fermeranno centinaia di cantieri, compresi i lavori sulle autostrade Salerno-Reggio Calabria, Catania-Siracusa e Palermo-Messina. A Casa più di 300 mila lavoratori delle società di costruzione. E stop a tutte le opere stradali di manutenzione e sicurezza. Sono queste le previsioni dopo il mancato rifinanziamento dell'Anas, contenute in un documento riservato, rivelato a Il Tempo da un autorevole fonte del Ministero delle Infrastrutture. Il fabbisogno di cassa, accentuato dai tagli predisposti dalla Finanziaria 2006, costringeranno l'azienda guidata da Vincenzo Pozzi a bloccare decine di commesse, pena il rischio di incorrere in responsabilità penali e amministrative, per l'assoluta mancanza degli stanziamenti. Il fabbisogno minimo necessario per rispettare gli impegni presi con le imprese appaltatrici e portare avanti i cantieri, è di 1.500 milioni di euro. Solo con queste risorse economiche l'Anas potrà rispettare infatti il programma di lavori concordato con lo Stato, che vede in corso di realizzazione 325 diversi cantieri, per investimenti complessivi pari a 11,781 miliardi di euro, con un incremento del 110% rispetto al 2001. Ad aggravare il quadro è la decisione del governo di spezzettare l'azienda stradale, impedendole così anche il ricorso all'indebitamento. Il risultato: secondo lo studio sul tavolo di Lunardi, la Società delle strade sarà costretta a chiudere il 60% dei suoi cantieri, con la messa in mobilità di 300 mila lavoratori, impiegati tra l'indotto e le imprese costruttrici. Verrebbero sospesi i lavori di opere già iniziate sulle principali strade e autostrade italiane, e verrebbero immediatamente sospese anche numerose gare in corso di appalto, per un importo pari a circa 800 milioni di euro, con relativo slittamento nell'inizio dell'esecuzione dei lavori e nei tempi di consegna delle opere. Inoltre l'Anas dovrebbe tagliare le manutenzioni ordinarie e bloccare tutti i nuovi appalti per la costruzione di nuove infrastrutture. Nelle tabelle del Ministero delle Infrastrutture risulta che tra i lavori in corso che rischiano la parziale o totale sospensione figurano la Salerno-Reggio Calabria, la Statale 106 Jonica, la Catania-Siracusa, la Statale 125 Orientale Sarda, il Grande Raccordo Anulare di Roma, l'Asti-Cuneo, la Grosseto-Fano, la Tangenziale di Forlì, l'Aurelia bis, le Varianti di San Donà, Portogruaro, Brescello e Cerignola. Tra le gare che dovrebbero essere sospese, vanno citate quelle relative ai lavori di ammodernamento della Salerno-Reggio Calabria (4 lotti), della Statale Jonica (1 lotto), dell'autostrada Palermo-Catania e della Salaria. Per scongiurare tale eventualità, l'unica alternativa, che è stata già prospettata al Ministero dell'Economia, appare quella di includere nella legge Finanziaria una modifica normativa che conferisca all'Anas la possibilità di ricorrere al sistema bancario fino a 1.500 milioni di euro. Ma su questo fronte il governo sembra essere irremovibile, nonostante gli impgni presi proprio sul fronte dele opere pubbliche. Una situazione che allarma le imprese e i sindacati, che ancora ieri hanno denunciato i rischi occupazionali ed economici legati a uno stop dei finanziamenti.