I magistrati chiudono l'inchiesta su Antonveneta
I pool di Roma e Milano si concentrano sulla partita Rcs. Un filone d'indagini resta nella Capitale
La decisione, a quanto si è saputo informalmente dagli ambienti giudiziari, è emersa ieri dal vertice che si è tenuto in Procura, nella Capitale, tra i magistrati romani e i colleghi lombardi. Gli inquirenti però non molleranno la presa su una vicenda che ha trascinato tra gli indagati anche il governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, per le stesse accuse di partigianeria tra i gruppi finanziari in movimento che giovedì è stata giudicata irrilevante dalla Banca centrale europea. Per i magistrati, invece, ci sarebbe altro da approfondire, e dunque continueranno a mantenere aperto il filone dell'inchiesta Rcs, quello dove è indagato Ricucci. L'obiettivo dichiarato è pianificare le indagini per non accavallare le inchieste, ma di fatto la chiusura dell'inchiesta principale sembra confermare la difficoltà nell'individuare elementi di reato. I protagonisti della scalata, a partire dall'ex amministratore delegato della Bpi, Gianpiero Fiorani, hanno reso lunghe dichiarazioni in Procura, ricostruendo gli intrecci finanziari che hanno portato all'operazione. Di qui la nuova mossa dei pm romani (che indagano oltre che su Antonveneta anche sulla scalata a Rcs e a Bnl) e dei colleghi milanesi Eugenio Fusco e Giulia Perrotti, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Greco. Dall'altro lato del tavolo, il procuratore aggiunto della capitale, Achille Toro, il pm Perla Lori e Giuseppe Cascini. Secondo quanto si è appreso, al termine dell'incontro i pm hanno programmato le future istruttorie, pianificando anche l'attività d'indagine in modo da non accavallare le inchieste milanesi con quelle romane. Durante l'incontro, sempre secondo quanto si è appreso, si sono stabilite le reciproche competenze con particolare riguardo alle indagini sulla scalata a Rcs. Un filone dell'inchiesta resterà quindi a Roma, dove è indagato l'immobiliarista Stefano Ricucci.