Il petrolio può arrivare a 100 dollari al barile
Fino anche all'allarmante quota di 100 dollari al barile che è rimbalzata ieri nei saloni del Grand Hotel di Rimini dove il Centro studi Pio Manzù ha organizzato le sue giornate internazionali, dedicate quest'anno proprio al greggio, «L'anima dell'impero». A rilanciare l'allarme di un barile sui 100 dollari è stato, Fereidun Fesharaki, esperto petrolifero e membro del Est-West Center di Washington. Ma non è rimasto da solo. Sulle stesse stime si è detto anche l'olandese Paul Metz, co-fondatore del Business Council for Sustainable Energy Future in Europa. Le previsioni che arrivano dall'Energy Information Agency della Casa Bianca, ridimensionano il rischio 100 dollari. Ma confermano il trend rialzista: «i prezzi rimarranno elevati, sui 60-65 dollari al barile nei prossimi 2,3 anni. Dobbiamo abituarci a convivere con quotazioni alte», ha infatti spiegato Guy S.Caruso, responsabile delle previsioni dell'agenzia del dipartimento Usa per l'energia. Intanto l'Opec che da tempo ha sospeso la propria forchetta di riferimento (abbandonando i vecchi 22-28 dollari senza fissare un nuovo range), non intende al momento ridefinirla. Ma, «attendendo che il mercato si stabilizzi», parla di un barile fino a 50 dollari al barile. Un prezzo giusto delle quotazioni dell'oro nero - ha detto il segretario generale del Cartello, Adnan Shihab Eldin - «per garantire gli investimenti necessari e far fronte alla richiesta futura, è intorno ai 40, più probabilmente sui 50 dollari al barile». Sicuramente comunque non «sui 60-70 dollari che abbiamo visto negli ultimi tempi» ha proseguito. Le recenti fiammate non sono comunque legate - ha ribadito il responsabile del Cartello - a problemi sui fondamentali del mercato petrolifero (all'incontro cioè tra la domanda e l'offerta di prodotto) ma alle tensioni che si sono registrate sul mercato downstream ed in particolare alla carenza strutturale di raffinazione cui si sta assistendo nel mondo. Il segretario dell'organizzazione dei paesi produttori ha così annunciato che al momento l'Opec non prevede di fissare una nuova forchetta di riferimento: «attendiamo che il mercato si stabilizzi», ha ribadito. Gli esperti mondiali di petrolio invitati dal centro Pio Manzù sono comunque tutti d'accordo: le quotazioni rimarranno elevate.