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Tfr, il governo resta unito

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Il testo Maroni non cambia

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E rimarrà quello su cui il Welfare ha incassato il consenso di imprese e sindacati e che la prima volta è stato rinviato dal CdM al Parlamento. Questo l'orientamento del governo sul provvedimento che consentirà il decollo della previdenza integrativa. Insomma non c'è nessun braccio di ferro in corso tra le diverse parti dell'esecutivo sulla riforma. È quanto ha confermato, ieri, il sottosegretario Alberto Brambilla, il testo (quello originario ndr) «è il più equilibrato possibile». Tanto equilibrato, ha spiegato, «che lo riproporremo così. Ora aspettiamo il parere delle commissioni Lavoro delle Camere, ma la sensazione che abbiamo è che riconfermeranno il loro parere. Noi riconfermeremo il testo e i giovani avranno la previdenza complementare». Brambilla ha inoltre colto l'occasione per sgombrare il campo dalle ipotesi di contrasti con Maroni. «Smentisco - ha detto - che ci siano dissensi. Con il ministro lavoriamo da 13 mesi spalla a spalla. C'è perfetta sintonia su tutto». Intanto, dopo l'audizione di mercoledì delle 23 associazioni firmatarie dell'Avviso Comune davanti alla commissione Lavoro della Camera - a margine della quale Confindustria ha chiesto una moratoria di 3 anni per le aziende che non hanno i requisiti per l'accesso al credito che dovrebbe compensare la perdita del Tfr - i sindacati ribadiscono la necessità di varare in fretta la riforma, tutelando sì l'economia delle imprese ma anche le esigenze dei lavoratori. E chiedono per questo un nuovo incontro con Maroni. Intanto, da un'indagine Isae condotta su un totale di circa 2.400 persone, è emerso che un lavoratore su due lascerebbe il Tfr presso l'azienda, senza affidarlo a un fondo pensione. «Le fasi di implementazione della riforma - spiega l'Isae nel rapporto - se, da un lato, sembrano aver chiarito le condizioni normative del trattamento per l'immediato, dall'altro (a causa dell'intenso dibattito politico sul provvedimento) sembrano accrescere la sfiducia e ridurre la credibilità del percorso di attuazione nel futuro meno immediato».

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