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I metalmeccanici tornano in sciopero

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Al termine dell'incontro di ieri con Federmeccanica, i sindacati hanno deciso sei ore di sciopero a novembre, mentre altre iniziative di lotta (tra le ipotesi anche una manifestazione nazionale) dovrebbero essere proclamate nell'assemblea dei quadri e delegati in programma, a Milano, per l'11 novembre. Quattro ore di sciopero saranno attuate nell'ambito della mobilitazione generale del 25 novembre. Il nuovo round con la controparte è stato fissato per l'8 novembre, sempre a delegazioni ristrette. Secondo le aspettative, il confronto di ieri doveva verificare le condizioni per una "stretta" della trattativa. Condizioni che, al momento, non sussistono, per ammissione di entrambe le parti. «Non ci sono stati passi avanti», ha detto il segretario generale della Fiom-Cgil, Gianni Rinaldini, secondo il quale bisogna capire se ci sono le condizioni per aprire il vero negoziato. Mentre per il segretario generale della Fim-Cisl, Giorgio Caprioli, «almeno ora c'è l'agenda precisa di tutto quello che va fatto: l'impostazione metodologica nelle trattative ha il suo peso. Il clima è orientato al fare, ma - ha riconosciuto - il merito è complicatissimo». D'accordo sul fatto che non si siano fatti passi avanti sostanziali anche il numero uno della Uil, Tonino Regazzi, secondo il quale, tuttavia, sono state meglio precisate le questioni oggetto del negoziato. Sempre secondo quanto riferito dai sindacati, la Federmeccanica avrebbe ribadito la sua contrarietà all'aumento per i lavoratori che non usufruiscono della contrattazione integrativa, ma «nella formulazione richiesta dal sindacato». La Federmeccanica, con il direttore generale, Roberto Santarelli, ha confermato l'intenzione di procedere con l'approfondimento delle questioni. Il negoziato, ha detto, va avanti. «Sicuramente - ha, tuttavia, aggiunto - procede con passo lento e non siamo nelle condizioni di imprimere una svolta. Ma l'intenzione di continuare c'è».

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