Finpart, è arrivato il fallimento
La scorsa settimana durante l'udienza il pm Eugenio Fusco aveva chiesto il fallimento della società mentre i legali della holding avevano chiesto ancora un mese di tempo. Si ferma qui, dunque, il tentativo dell'amministratore delegato Gianni Mazzola (subentrato a Gianluigi Facchini e socio di riferimento insieme al banchiere svizzero Carlo Pagani) di salvare la società. A pesare è in particolare il no della Consob al piano di ristrutturazione dei bond non pagati nel luglio del 2004, per un ammontare pari a 210 milioni di euro. L'authority guidata da Lamberto Cardia ha bocciato infatti il progetto che prevedeva un rimborso del 30% del credito in sei anni e la conversione di un altro 35% in azioni della stessa Finpart. Solo un rimborso in carta, quindi, e con uno sconto del 35% sul capitale inizialmente investito. Uno sconto eccessivo per gli obbligazionisti, senza peraltro nuove garanzie sul futuro del gruppo, che non era riuscito neppure a certificare il bilancio del 2004. Senza l'approvazione dell'offerta di scambio da parte dell'Authority, è venuta così a mancare una condizione considerata fondamentale dal Tribunale di Milano per poter evitare il fallimento. Da ricordare, inoltre, che sulla stessa Finpart sono in corso inchieste penali sia a Milano che a Verbania dove l'attenzione si concentra sulle triangolazioni con la Banca Popolare di Intra.