L'operazione ha fatto passare di mano 7,7 milioni di azioni
E se a dirlo è un colosso europeo delle utilities come il gruppo Suez, per i servizi idrici ed elettrici della Capitale non è difficile prevedere nuove prospettive di crescita. Tanto che ieri la Borsa ha brindato alla notizia del nuovo investimento francese nell'ex municipalizzata capitolina. Suez ha incrementato la sua quota azionaria dal 5 all'8,6%, e subito il titolo è schizzato a 8,798 euro (+5,9%). Intesa strategica. Per la società guidata da Fabiano Fabiani si tratta di un importante riconoscimento delle potenzialità dell'utilities romana. La decisione di Suez di aumentare la sua partecipazione nell'azienda partecipata dal Comune di Roma rafforza infatti l'alleanza strategica già sperimentata nei settori dell'energia e dell'acqua in Italia. Alleanza strategica, dunque, e non improbabili scalate o tentativi di ribaltoni. Tanto che ieri il gruppo Suez e Schroders, che rimane azionista di Acea, hanno voluto dissipare ogni sospetto, esprimendo fiducia nelle «prospettive di crescita e di sviluppo a lungo termine della società, così come nella qualità del suo management». La società guidata da Gerard Mestrallet, d'altronde, non fa mistero della volontà di sviluppare nuove partnership nel settore dell'acqua in Italia e in particolar modo in Toscana. Per questo un portavoce di Suez ieri ha precisato che i 7,7 milioni di azioni acquistati da Schroeders hanno comportato un esborso considerevole, per un prezzo vicino a quello di mercato (ieri, prima della diffusione della notizia, i titoli Acea erano scambiati attorno agli 8,35 euro). Per i gruppi esteri la piazza romana si presenta quindi tutt'altro che ostile. Oltre a Suez, infatti, altro partner nella distribuzione elettrica è la belga Electrabel. Tanto interesse però non è casuale. Acea è una delle regine del settore idrico in Italia, visto che detiene la maggioranza (il 15% con 7 milioni di utenti) del mercato nazionale. Con il Comune come maggiore azionista, la società di Fabiani gestisce tramite Acea At02 spa il servizio idrico dell'Ato di Roma. Nel suo consiglio d'amministrazione sono presenti il mondo delle costruzioni e delle infrastrutture (tra i consiglieri figurano Massimo Caputi, designato da Francesco Gaetano Caltagirone, (Cementir-Vianini-Caltagirone editore), presente per oltre il 2% nel capitale. L'alleanza di Acea con la Vianini è stata messa in relazione a possibili estensioni di business in Albania, Polonia e soprattutto in Iran, dove ci sono state numerose visite di lavoro, auspice l'ambasciatore italiano Riccardo Sessa. Business diffusi. Acea, inoltre, non vuol dire solo energia e acquedotti romani. Di recente il gruppo ha sostanzialmente abbandonato il settore idrico a Genova, riducendo entro il 2% la sua partecipazione negli acquedotti liguri De Ferrari (aveva il 66,9%) e Nicolay (53,1%). Un'operazione che ha generato una grossa plusvalenza pagata dall'Amga. Ma in portafoglio restano altre partecipazioni in diverse regioni, dal Piemonte alla Toscana, alla Campania. Sul piano internazionale, poi, Acea ha dato vita a diverse collaborazioni con Impregilo in Cina e in Perù (nella costruzione dell'acquedotto di Lima) fino all'Armenia e l'Honduras, dove gestisce l'acquedotto di San Pedro insieme ad altri partner tra cui l'Astaldi. Finanziaria soft. Tornata al core business, dopo l'infruttuosa sortita nel settore delle telecomunicazioni, la società sembra essere al riparo anche dalle nuove norme allo studio del governo per drenare risorse con la nuova legge Finanziaria. «L'allungamento della vita utile fiscale dei beni materiali, previsto dal "Decreto di manovra correttiva 2005", secondo la società non comporta infatti nessun impatto sul risultato economico/finanziario consolidato dell'esercizio in corso e degli anni del piano (2006-2007-2008). Conseguentemente, ha spiegato il gruppo romano, la nuova normativa non condiziona i flussi di cassa attuali e prospettici dellla società».