Fisco, Stato avaro con le regioni

A renderlo noto è un'analisi della Cgia di Mestre. Nella regione che ospita la Capitale, ogni residente versa 5.787 euro di tasse annue allo Stato e se ne vede ritornare solo 1.359, con un saldo negativo quindi di 4.428 euro. Peggio dei laziali stanno i lombardi mentre sono le regioni del sud ad essere agevolate. I primi, infatti, a fronte dei 6.623 euro di tasse pagate ottengono in contropartita dallo stato solo 1.263 euro (con un saldo negativo pari così a 5.360 euro). Anche il Piemonte registra una situazione deficitaria, insieme all'Emilia Romagna e al Veneto. A vivere, invece, ancor oggi una situazione di vantaggio nel meccanismo del dare-avere con lo Stato centrale - secondo lo studio della Cgia di Mestre - sono gran parte delle regioni del Sud e soprattutto quelle a statuto speciale. Alla Valle d'Aosta, infatti, vengono trasferiti dallo Stato 7.086 euro pro capite contro i 4.208 euro versati in tasse dai cittadini valdostani. Il saldo attivo è di 2.878 euro. Anche in Basilicata la situazione non è poi così distante e il saldo tra dare e avere pro capite raggiunge quota 1.232 euro. Mentre arriva a 829 euro in Sardegna, a 825 in Sicilia, a 570 euro in Calabria, a 332 euro in Molise a 133 euro in Campania. La devolution su materie come la sanità, l'istruzione e la polizia locale - dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre - non è sufficiente. Per compensare gli squilibri finanziari esistenti deve partire quanto prima il federalismo fiscale. Non si possono trasferire competenze alle regioni e alle autonomie locali senza che quest'ultime abbiano le risorse per operare in piena autonomia. Non solo. Ma il federalismo fiscale - conclude Bortolussi - è forse l'unica strada per rendere più virtuosi gli enti locali e migliorare così la spesa pubblica decentrata».