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Marchi tende la mano a Romiti

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Al centro dei colloqui la possibilità che la società veneziana avvii con i milanesi una collaborazione industriale. Il summit che doveva fugare i dubbi sull'ipotesi di un'Opa da lanciare sulla holding dei Romiti da parte dei veneziani, non ha chiarito esattamente tutte le intenzioni di De Marchi, ma ha smontato, invece, le ipotesi speculative. Alla fine della giornata, infatti, il titolo della finanziaria di via della Posta ha lasciato sul terreno l' 8,50% a 2,06 euro, scambiando l'1,45% del capitale, mentre il gruppo veneto ha ceduto il 3,76% a 18,58. Il piano presentato da Marchi poggia su quattro grandi linee: le sinergie nel core business aeroportuale (slot, atterraggi, tasse aeroportuali, gestione), ma anche attività congiunte di engineering, gestione di negozi e di centri commerciali, passando anche attraverso la disponibilità a ricapitalizzazioni di rilievo. Un'offerta che dovrà essere vagliato da Gemina, ma che ha sancito il disgelo tra i due amministratori. Che torneranno a incontrarsi con i veneti impegnati a tradurre formalmente le loro proposte in un piano operativo redatto con l' ausilio di diversi advisor. Il risultato che Marchi voleva raggiungere, quello di mostrarsi in grado con la sua società di dare valenza industriale e sinergie a Gemina, sembra essere stato raggiunto. Anche se, da parte di Romiti, non si nasconde una certa perplessità al di là dell' esito positivo dell' incontro. «C'è di fatto un'apertura», informano fonti vicine all'incontro, «perchè l'idea di creare un polo piace, ma ci sono anche perplessità». In primo luogo il mercato non sembra apprezzare molto questo asse Venezia-Roma come dimostra la speculazione che ha colpito il titolo oggi. Poi, si fa notare, c'è la questione di Milano tagliata fuori da un'intesa simile specie se sviluppata sul turismo. Infine riguardo alle sinergie di cui parla Marchi, Gemina non capisce la ragione e la necessità del blitz che ha portato Save fino al 10,4%, in pratica il secondo socio con Finint dietro la Miotir dei Romiti. Un pacchetto azionario che appare troppo consistente per giungere soltanto a una partnership industriale che si sarebbe potuta varare anche senza un simile intervento finanziario. Comunque, di fronte all' eventuale necessità di un esborso Marchi ha detto a Romiti che non si tirerebbe indietro. Con lui ci sono già Ligresti e Generali attraverso Banca Generali, suoi partner già in Volare. Resta in sospeso la questione di Clessidra, il fondo di Claudio Sposito che di fatto aveva già raggiunto un'intesa di massima per entrare in Gemina con circa il 10% dopo una ricapitalizzazione. Clessidra ha terminato la sua due diligence ma la sua proposta per ora resta congelata. Anche se, si fa notare da Venezia, i due progetti non sono incompatibili.

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