Aeroporti di Roma, mobilità per 448 dipendenti
L'avvio della procedura di mobilità con le comunicazioni di legge, ha precisato una nota, «è il naturale sbocco di una situazione aziendale che, alla necessità di dar corpo a un processo di ottimizzazione organizzativa reso ormai improcrastinabile alla luce della perdurante incertezza riguardante il sistema regolatorio aeroportuale, così come impostato dalla delibera Cipe del 2000, avrà drammatici impatti negativi in termini di capacità di investimento e sul livello di servizio da parte dei gestori aeroportuali». L'azienda ha fatto sapere inoltre di aver già avviato uno specifico studio per individuare ulteriori razionalizzazioni se il trend di calo del traffico degli ultimi mesi dovesse confermarsi in futuro. Adr ha ricordato dunque come si apra ora una «delicata fase» in cui auspica che «tutti sapranno farsi carico delle proprie responsabilita». Tuttavia, la società ha anche fatto sapere di aver dichiarato la propria volontà di trovare con i sindacati «soluzioni che attenuino sul piano sociale l'impatto di tale iniziale manovra e che consentano comunque un confronto costruttivo in un momento difficile che non trova precedenti nella storia del mondo aeroportuale». Un'offerta respinta seccamente dai sindacati che hanno definito quello di Adr «Un atto di irresponsabilità». Per Paolo Brinciotti, segretario regionale di Filt-Cgil - Aeroporti di Roma, in quanto detentore di una concessione pubblica, deve contribuire allo sviluppo del territorio e dell'occupazione, e non acuire invece problemi di natura occupazionale. Non solo, ma l'andamento del traffico aereo fa comprendere che è in atto uno sviluppo del settore, che se per i vettori può significare un diverso provento in base alla competizione e alla concorrenza in atto tra loro, per il gestore aeroportuale si traduce comunque in un incremento degli introiti». Peraltro, a giudizio del segretario regionale Filt-Cgil, c'è un problema da risolvere: la necessità che Alitalia dia la giusta valorizzazione all'aeroporto di Fiumicino. «Noi non assisteremo inermi all'eventuale spostamento di attività verso gli scali lombardi», ha avvertito Brinciotti.