Sì di Bruxelles alla fusione Unicredit-Hvb
E ieri i vertici di Piazza Cordusio hanno ribadito le loro previsioni di successo per l'iniziativa. Al momento Unicredit ha già in mano il 49,1% delle azioni della banca tedesca, ma altre quote sarebbero già pronte per essere consegnate e il traguardo del 70% sarebbe dunque già virtualmente raggiunto. Il via libera della Commissione europea mette dunque l'ultimo vero tassello alla campagna di Germania lanciata da Alessandro Profumo. Il disco verde della commissaria alla Concorrenza Neelie Kroes, elimina gli ultimi dubbi sull'operazione e spiana la strada alla creazione di una vera banca europea, contribuendo all'affermazione di un mercato unico europeo per le attività bancarie al dettaglio e societarie. Non è stato un vaglio facile, quello di Bruxelles. Ma la stessa Commissione ha evidenziato di aver esaminato «attentamente» l'operazione, soprattutto per quanto riguardava gli Stati membri in cui entrambe le parti hanno attività significative (diversi paesi dell'Europa dell'est come la Polonia, la Repubblica Ceca e la Romania). Ed ha concluso che la transazione «non ostacolerebbe in modo significativo la concorrenza nell'area economica europea», e che i consumatori «non soffriranno a causa di eventuali riduzioni del livello di concorrenza in (questi) mercati ancora nazionali». Fa quindi un altro passo verso il successo l'offerta di Unicredit sulla HypoVereinsBank (Hvb) di Monaco di Baviera. Rimosso l'ultimo ostacolo, quello del possibile no da parte della commissione Ue, a sei giorni dalla scadenza dei termini per lo scambio di azioni, oltre il 70% del capitale di Hvb è di fatto in possesso di Piazza Cordusio. Lo stesso gruppo bancario, esprimendo soddisfazione per l'autorizzazione Ue e dopo aver sottolineato che ora «l'offerta Hvb non è più soggetta ad alcuna approvazione da parte di autorità di vigilanza o antitrust», ha reso noto di aver già in tasca (consegnate) il 49,1% delle azioni di Hvb a cui vanno sommate quelle che sono state dichiarate a disposizione dell'Opa da Munich Re (18,3%) e dalle Fondazioni del land bavarese (3,7%). La soglia d'obbligo che si era imposta Unicredit, il 65%, è quindi ormai ampiamente superata e l'Opa può quindi dirsi riuscita una settimana prima della scadenza, visto che il periodo di accettazione si chiude il 24 ottobre prossimo. Un successo salutare, quello di Unicredit, per l'intero sistema bancario italiano che sta uscendo, ha rilevato Fitch in una nota, da un difficile periodo di riassetto. Le principali banche italiane ora, secondo l'agenzia di rating, hanno di fronte una migliorata efficienza dei costi e una migliore generazione di ricavi a dispetto di una fase di economia debole. Quindi «potrebbe aprirsi una nuova fase di fusioni» e, sebbene l'agenzia stimi che la crescita economica rimarrà debole per il resto del 2005 e il 2006, l'utile delle principali banche e le vicende Antonveneta e Bnl, così come la riuscita dell'operazione Unicredit-Hvb, potrebbero essere uno stimolo per una ulteriore fusioni fra le banche italiane, i cui maggiori istituti rimangono più piccoli rispetto ai loro competitori dell'Europa Occidentale e per questo esposti ad acquisizioni dall'estero. Il giudizio di Bruxelles è stato commentato positivamente dal presidente della consulta economica della Margherita, Roberto Pinza. «È positivo che a livello europeo si sia espresso un parere positivo all'operazione Unicredit-Hvb. E questo dimostra - ha detto - che quando vengono prese nel settore bancario iniziative imprenditoriali serie si crea immediatamente un consenso». «Per noi italiani poi - ha aggiunto Pinza - è motivo di particolare soddisfazione che uomini di sicuro livello internazionale come Profumo e Salvatori stiano conducendo nel migliore dei modi un'operazione di riorganizzazione del sistema europeo del credito».