Contratto statali, An contro lo slittamento
Alleanza nazionale scende in campo in difesa degli statali e boccia l'ipotesi di un rinvio al 2006 degli aumenti contrattuali pattuiti per il biennio economico 2004-2005. Sul piede di guerra anche Cgil, Cisl e Uil che - avvertono Guglielmo Epifani e Savino Pezzotta - sono pronte a dare al Governo un'altra dura risposta. Alla vigilia di una settimana in cui l'iter parlamentare della Finanziaria e quello del decreto fiscale collegato entreranno nel vivo, il terreno di scontro si sposta nuovamente sul fronte dei contratti pubblici. Una partita, questa, che sembrava definitivamente chiusa con la difficile intesa raggiunta nel maggio scorso tra Governo e sindacati. Un accordo che prevede aumenti del 5,01% pari a 100 euro medi mensili: il 4,3% subito e il resto con la Finanziaria 2006. Si tratta di circa 6,5 miliardi di euro di spesa che potrebbero essere spostati al prossimo anno per centrare l'obiettivo deficit-Pil del 4,3% nel 2005. A smentire lo slittamento sono stati, però, più esponenti di Alleanza Nazionale. Sul piede di guerra anche Cgil, Cisl e Uil, un rinvio degli aumenti sarebbe l'ennesimo «imbroglio». «Se l'ipotesi fosse confermata - mette in guardia Epifani - anche questa sgradevole scelta del Governo non resterebbe senza adeguata risposta. Saremmo infatti in presenza di un nuovo inammissibile voltafaccia». Anche Pezzotta avverte: «Il Governo deve stare attento. I patti vanno rispettati. E sui contratti pubblici non si può intervenire senza prima sentire il sindacato». Il leader della Cisl sottolinea quindi come «più che giusto» sia stato proclamare un nuovo sciopero generale, innanzitutto di fronte ai «metodi inaccettabili» utilizzati dal Governo. In casa sindacale si teme che il rinvio sia oramai nei fatti: «Il Governo - spiega il responsabile economico della Cgil, Beniamino Lapadula - deve centrare il 4,3% di deficit-Pil nel 2005 e fa una manovra correttiva perchè dice di stare al 4,7%. Ma secondo noi in realtà siamo oltre il 5%. In pratica mancano all'appello 6,5 miliardi, proprio quelli che servono per finanziare gli aumenti degli statali». Sei miliardi e mezzo che, nel caso di un rinvio al 2006 di questi aumenti, dovranno essere messi in Finanziaria.