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Artigiani romani, piano di rilancio in cinque punti

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Il settore chiede l'istituzione del distretto dei mestieri del centro storico e nuovi canali distributivi

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Che, nell'economia capitolina, rappresenta un tessuto produttivo composto da oltre 12 mila imprese che fanno di Roma un motore di sviluppo non solo del Lazio ma nell'intero Paese. È con l'idea che questo patrimonio imprenditoriale non debba essere penalizzato ma anzi aiutato a crescere, che la Cna, la Confederaziona nazionale degli artigiani e della piccola e media impresa, di Roma chiamerà a congresso, il prossimo sabato i suoi associati. Una forza composta da 9.200 imprenditori, che danno lavoro a oltre 26 mila addetti, e che producono una ricchezza stimata di quasi un miliardo di euro. Tra i temi al centro dell'incontro le soluzioni per accelerare lo sviluppo di un comparto così importante per l'economia romana e «per condividere con quanti governano, ai diversi livelli, come sciogliere alcuni nodi che oggi frenano la crescita» afferma l'associazione. Lo sviluppo creato ha fatto da volano all'intero territorio. Il tasso di crescita dell'area romana, dal 2004 ad oggi, è stato infatti stato superiore di due volte quello nazionale (0,65% a fronte dello 0,25%)». Di questi artigiani parla il direttore della Cna Lorenzo Tagliavanti, recentemente confermato nella giunta della Camera di commercio della Capitale. Nella catgoria rientrano i restauratori, gli orafi, i fotografi,gli acconciatori e via via, con un elenco composto da ben dieci diversi mestieri. «Tutti artisti che hanno bisogno di essere valorizzati attraverso scelte amministrative strategiche che li mettano in condizione di aggiungere all'entusiasmo che da sempre li anima una prospettiva di sviluppo vera e redditizia», afferma Tagliavanti. Che cita i numeri numeri di Infocamere,la società consortirle di informatica delle Camere di commercio, per dare un volto al comparto artigiano della Capitale. Ci sono, in particolare, 17 imprese artigiane ogni 1.000 abitanti e un totale di oltre 42 mila imprese artigiane distribuite nei venti municipi della città. Quello che serve ora è un piano per supportare gli artigiani in un momento di congiuntura come quello attuale e per preparare il rilancio. Tagliavanti la ricetta «in cinque punti» ce l'ha pronta e la porterà al congresso, per il momento anticipa che «se Roma è cresciuta per il contributo delle piccole imprese, in futuro bisognerà rendere meno complicato aprire bottega». Perchè, spiega, «i profitti oggi non superano i costi e, questo, non può continuare». Guarda ad esperienze di altre città del nord il direttore della Cna per annunciare che al congresso metterà sul tavolo «una soluzione molto concreta» della quale discutere. La Cna guarda soprattutto al centro storico della Capitale che conta oggi una concentrazione notevole di botteghe che «vanno valorizzate attraverso l'istituzione di un Distretto naturale dell'artigianato». Perchè il punto è uno solo: riuscire a produrre, dice Tagliavanti, «quello stile italiano, o italian style come si è usi chiamarlo di questi tempi, che anche i cinesi ricchi ci invidiano». Per farlo bisogna che l'amministrazione capitolina «individui un luogo preposto alla valorizzazione dell'artigianato così come è stato fatto per altri importanti poli di attrazione». Ma, ancora, sempre secondo il direttore della Cna: gli artigiani e la città, un difficile e spesso complicato rapporto fatto di quella quotidiana disorganizzazione che influisce sulla viabilità. «Gli artigiani - ricorda Tagliavanti - rappresentano imprese che costituiscono tutta la filiera del trasporto merci. Arrivano via terra e via mare e devono entrare in città. Ma, questo deve avvenire senza soffocarla. Siamo pronti - annuncia - per una soluzione al problema della distribuzione delle merci. Si chiama vettore-multicliente, ma come potrà essere realizzato e con quali partner, Tagliavanti lo dirà al congresso. È invece fuori dalle mura della città il quinto nodo da sciogliere per dare ossigeno alle imprese artigiane romane. «Fiumicino - ricorda - ha i numeri e una qualità di prodotto per essere riconosciuto quale distretto nautico». La Cna, ricorda

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