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Enel, maxi investimenti in Slovacchia e fonti ecologiche

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«Siamo molto soddisfatti dell'approvazione data al piano di investimenti» ha commentato l'amministratore delegato dell'Enel, Fulvio Conti. Il manager ha ricordato che Enel ha lavorato a lungo con il governo slovacco e il ministero dell'economia per portare avanti l'acquisizione di Slovenske Elektrarne. L'ad dell'azienda elettrica si è detto quindi convinto che il piano di investimenti concordato contribuirà al rafforzamento di Slovenske Elektrarne come un operatore importante nell'Europa centro-orientale. La prima versione del piano non era stata accolta da Bratislava, mente la nuova versione aveva ricevuto in agosto il via libera del ministero slovacco. Fonti alternative. Sempre ieri Enel ha annunciato nuovi investimenti per 1,7 miliardi di euro (di cui 1,1 in Italia e 0,6 all'estero) nell'arco dei prossimi quattro anni per lo sviluppo delle fonti alternative. Investimenti che però in Italia sono a rischio. «Ci troviamo di fronte ad una serie di ritardi nella costruzione di nuovi impianti dovuti all'ostruzionismo - ha detto Vittorio Vagliasindi, responsabile delle fonti rinnovabili Enel - non solo di comitati locali ma anche delle istituzioni. Se non si riuscirà a trovare un modo per rendere più veloce gli iter autorizzativi, saremo costretti ad investire di più all'estero e sempre meno in Italia». Secondo il piano Enel, è emerso a un convegno organizzato da Wec Italia ("Le 3 P per le Rinnovabili in Italia: Potenzialità, Problemi, Prospettive") nel 2009 il 32% dell'energia elettrica prodotta da Enel deriverà da fonti rinnovabili. Attualmente Enel ha 17.000 MW di capacità rinnovabile installata nel mondo. Vagliasindi ha sottolineato che l'Enel ha «intenzione di portare avanti gli investimenti stanziati e confermarsi tra i leader mondiali nel settore delle rinnovabili», rilevando però alcune criticità. «Le criticità che incontra Enel nella costruzione di nuovi impianti rinnovabili sono soprattutto nell'eolico: in Sardegna una legge regionale del 2004 ha posto vincoli paesaggistici rigidissimi; e altrettanti vincoli sono stati posti in Puglia e Sicilia».

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