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Rcs, Ricucci aspetta la Magiste italiana

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La società Deloitte Consulting sarebbe già a buon punto nella preparazione del nuovo modello organizzativo della holding The Stefano Ricucci Trust che sposterà la sua sede sociale dall'Isola di Guernsey in Italia. Mentre restano forti le pressioni sul titolo Rcs, che ieri ha continuato a perdere quota a Piazza Affari (-3,49%) chiudendo a 4,31 euro, il gruppo Magiste si sta impegnando a fondo per completare la riorganizzazione e il trasloco della società sotto la bandiera italiana. Negli uffici di Ricucci (che per il momento non sta ricoprendo cariche operative dopo l'interdizione disposta dalla magistratura milanese nell'ambito dell'indagine su Antonveneta) la priorità è dunque la completa trasformazione della società. L'operazione, seguita dal presidente della Magiste, Vincenzo Damiani e dal direttore generale Marco Cioni, porterà al trasferimento della sede nei nuovi uffici di Roma e Milano, con effetto dall'esercizio 2006, anche ai fini del bilancio consolidato. Il progetto prevede anche la fusione in Magiste International S.A., già deliberata il 26 maggio scorso per la Garlsson Real Estate S.A., estendendola a tutte le altre società estere del gruppo. Ricucci, in sostanza, si sta preparando per presentarsi sul mercato in una veste nuova, tracciando un solco netto rispetto ad altri industriali e finanzieri come Diego Della Valle e Carlo De Bendetti che non hanno perso occasione per accusare la Magiste di scarsa trasparenza. Mentre Ricucci schiera tutte le sue attività in Italia, proprio quei Della Valle e De Benedetti continuano infatti a tenere il controllo dei loro affari in lontane capitale estere. Rcs in calo. Intanto il destino della quota Rcs di Ricucci in pegno alla Banca Popolare Italiana (15%) scalda il mercato. L'allontanarsi dell'ipotesi di un interesse all'acquisto da parte dei tedeschi di Springer ha fatto scendere ancora il titolo, che adesso sembra allineato sui valori espressi dai fondamentali del maggiore gruppo editoriale italiano. A breve, comunque, dovrebbe essere fissato un incontro fra i rappresenti dell'immobiliarista e quelli della Bpi per cercare una via d'uscita. La banca lodigiana, che oggi riunisce il cda, da quanto si è appreso prevede di prendere comunque una decisione sul da farsi nei prossimi giorni. Il tentativo - viene spiegato - è però di evitare il muro contro muro. Quanto ai presunti acquirenti, a spazzare via gli ultimi dubbi sul fatto che il gruppo di Berlino non è interessato a rilevare la quota dell'immobiliarista è stato il presidente di via Rizzoli Piergaetano Marchetti. «Non ci sono contatti», ha tagliato corto Marchetti, riferendosi al gruppo tedesco Springer, indicato da alcuni articoli di stampa come possibile acquirente. Il gruppo di Berlino però avrebbe altro a cui pensare, visto lo sforzo finanziario in cui è impegnata (nell'ordine dei 4,3 miliardi) per l'acquisizione di ProSiebenSat1, la prima rete televisiva commerciale tedesca.

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