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La Confcommercio si ricompatta su Billè

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Piena fiducia al presidente dell'organizzazione, contestato da una piccola fronda uscita sconfitta

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Ieri il Consiglio generale dell'organizzazione ha risposto alla campagna di stampa, in gran parte ospitata sui giornali vicini all'associazione concorrente Confindustria (Il Sole 24 Ore e Corriere della Sera) e ha rinnovato piena solidarietà e fiducia personale e politica nei confronti del presidente. A grandissima maggioranza, le organizzazioni territoriali e di categoria (erano presenti 140 delegati) hanno votato per tenere unita la Confcommercio e bloccare il tentativo di spaccare la rappresentanza del mondo del commercio alla vigilia di una campagna elettorale che si annuncia dai toni durissimi. Solo tre delegati, tra cui il presidente della Confcommercio di Roma Cesare Pambianchi e il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca (compagno della figlia del presidente di Capitalia, Cesare Geronzi) hanno abbandonato il parlamentino dell'associazione. Tutti gli altri hanno fatto quadrato, compresa la delegazione di Milano (era assente il presidente di Unioncamere Carlo Sangalli) che ha votato per Billè. Svanisce così il tentativo di rompere l'organizzazione. La giornata era iniziata nel migliore dei modi per Billè, ricevuto dal Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi con tutto il comitato di presidenza di Confcommercio, per celebrare i 60 anni di vita dell'associazione. Un incontro, ha sottolineato il numero uno dell'organizzazione dei commercianti, «che costituisce un riconoscimento per il ruolo che le imprese del terziario svolgono nella società italiana». Poi di corsa al Consiglio federale, dove la discussione si annunciava da giorni tutt'altro che di routine. Sul tappeto c'erano la vicenda dell'acquisto della nuova sede dell'associazione, in via Lima a Roma, i rapporti con l'immobiliarista Stefano Ricucci, e persino la linea di orgogliosa difesa dell'organizzazione, a scapito dell'ingresso nell'orbita più comoda di Confindustria. Dopo una breve relazione di Billè, decine di dirigenti della confederazione hanno preso la parola. E la stragrande maggioranza si è espressa per l'unità. Chiariti i dettagli dell'operazione immobiliare gestita dal presidente per comprare la nuova sede di Confcommercio, è stata confermata la prassi sull'utilizzo dei fondi dell'associazione ed è stato deciso di attivare al più presto la Commissione per l'organizzazione, già istituita da tempo dalla giunta. Nei numerosi interventi, tra i passaggi più ricorrenti è stato chiesto a Billè di andare avanti nella linea seguita negli ultimi anni. Una linea che ha portato l'organizzazione a crescere e a diventare ormai persino più rappresentativa della tanto blasonata Confindustria. Un sorpasso che non era mai stato tanto visibile quanto all'ultima assemblea generale dell'associazione dei commercianti, quando il parterre era gremito da più di metà del governo, da esponenti di punta dell'Opposizione (compresi Prodi, Fassino e Bersani) e dai rappresentanti delle maggiori istituzioni economiche, a partire dal governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio. Di qui la decisione della Confcommercio di non cedere adesso alle tentazioni di nuove strade o al desiderio di protagonismo di qualche proconsole locale. La fronda a Billè però è possibile che non si fermi.

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