Bpi si prepara a incassare 2 miliardi da Abn
Dopo la nomina di Gronchi più vicina la revoca del sequestro sulla quota di Antonveneta
La nomina di Divo Gronchi a direttore generale rappresenta il passo decisivo verso quella svolta nella gestione dell'istituto dopo l'uscita di scena di Giampiero Fiorani. Così nei prossimi giorni dovrebbe arrivare il dissequestro dei titoli da parte della Procura di Milano e per il closing dell'accordo sulla cessione del 27 per cento di Antonveneta ad Abn rimarrebbero solo da definire alcune formalità di carattere tecnico. La svolta ai vertici di Bpi era un tassello fondamentale e ieri Bpi ha dovuto smentire le ipotesi di stampa su un possibile ritorno di Fiorani. Bpi ha dato mandato ai suoi avvocati per intraprendere azioni legali, civili e penali nei confronti dell'articolo pubblicato su Repubblica. Secondo l'istituto di credito nell'articolo c'è «un malcelato e subdolo collegamento con il quale viene insinuata la scelta del nuovo direttore generale come funzionale (rispetto ad altri candidati) ad una minore difficoltà che così Gianpiero Fiorani incontrerebbe per un suo "azzardato ritorno". Si tratta di un'eventualità - sottolinea Bpi - peraltro fuori dalla realtà e gravemente offensiva rispetto alla serietà delle scelte di discontinuità operate dalla Banca. La notizia su un possibile rientro di Fiorani, quindi, è stata vista a Lodi come un tentativo di minare la credibilità del passaggio di mano della guida dell'istituto. Dopo il terremoto degli inizi di agosto con l'interdizione dalle cariche sociali di Fiorani, l'istituto è passato nelle mani del vicepresidente Giorgio Olmo, che da allora ha assunto le deleghe. Le dimissioni di Fiorani dalla carica di amministratore delegato il 16 settembre e poi il 30 settembre il via libera dal consiglio presieduto da Giovanni Benevento alla prima semestrale senza Fiorani, con una decisa pulizia nei conti, sono stati gli altri passaggi fondamentali verso il rilancio della banca. Le rettifiche e gli accantonamenti realizzati dall'istituto sono stati pari a 350 milioni che hanno portato a una perdita di 120 milioni al 30 giugno scorso. La vendita delle quote agli olandesi sarà effettuata a un prezzo di 26,5 euro che permetterà a Bpi di incassare oltre 2 miliardi. Gronchi, che è stato nominato proprio per rappresentare quella figura di garanzia chiesta da più parti, dovrà proseguire nell'opera di riassetto dei conti. Intanto proseguono le trattative tra Bpi e Stefano Ricucci al quale la banca lodigiana ha concesso affidamenti per 850 milioni, parte dei quali garantiti da pegno sul 14,9% del capitale di Rcs.