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IL RISANATORE

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«Il 6 novembre la mia missione sarà terminata»

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Enrico Bondi ieri era visibilmente soddisfatto e ha sfatato la sua fama di uomo di poche parole: ha parlato a braccetto con il ministro delle Attività produttive, Claudio Scajola, ha risposto alle domande dei giornalisti. Si è quasi commosso, rosso in viso, quando ha ricordato il lavoro fatto in 22 mesi e ringraziato «maestranze, sindacati, lavoratori, fornitori, clienti» che hanno fatto in modo che l'impero di Calisto Tanzi non crollasse. Insomma, un altro uomo rispetto al consueto. «Parmalat è una sorta di cantiere aperto - ha spiegato il commissario straordinario agli analisti - Ma ora siamo liberi di fare business e credo sia possibile raggiungere gli obiettivi per il 2006-2007». Il gruppo prevede per quest'anno ricavi pari a 3,78 miliardi di euro, che diventeranno 3,89 nel 2007. Ma nel futuro di Parmalat Bondi non ci sarà, almeno stando a quanto egli stesso ha dichiarato: «Il 5 novembre la mia missione è finita». Due giorni dopo ci sarà l'assemblea che nominerà il consiglio d'amministrazione della nuova era. Un addio arrivato nonostante l'invito a restare da parte di Scajola: «Parmalat avrebbe bisogno di un periodo di accompagnamento e quindi è necessario un proseguimento dell'impegno del dottor Bondi», ha dichiarato il ministro ieri mattina assistendo al debutto in Borsa del gruppo di Collecchio. «Parmalat oggi inizia un percorso importante, è una grande azienda che deve stabilizzarsi sul mercato - ha aggiunto Scajola». Apprezzamenti per l'operato di Bondi sono arrivati da tutti i fronti. «Si tratta di un grande successo - ha detto il ministro delle Politiche agricole, Gianni Alemanno - «il governo, nel suo complesso, ha dato una spinta importante». Oggi la Parmalat, ha detto il ministro «torna in borsa uscendo da una crisi catastrofica che ha pesato molto sull'immagine del nostro Paese». Anche Banca Intesa vede con favore la permanenza di Bondi ai vertici della Parmalat. «Abbiamo sempre favorito il lavoro di Bondi - ha sottolineato l'amministratore delegato dell'istituto, Corrado Passera - lo stimiamo moltissimo personalmente e quindi non potremmo che vedere con favore una sua permanenza ai vertici della società di Collecchio». Soddisfazione dei sindacati. «L'importanza di questa giornata è sottolineata dalla riconsegna al paese di un'industria e di un sistema produttivo sul quale in pochi il 19 dicembre del 2003 ci avrebbero scommesso 1 euro». Ha detto il coordinatore nazionale della Flai-Cgil, Antonio Mattioli. Frena l'euforia Altroconsumo: «la realtà dei risparmiatori e degli azionisti della vecchia società è ancora dura». Questo perchè «chi ne era azionista nel 2003 non ha più nulla a che vedere con la nuova e ha perso tutto».

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