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Limitato il potere delle Fondazioni nelle banche

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La decisione dell'opposizione di rinunciare all'ostruzionismo si fa sentire: nel giro di meno di tre ore Palazzo Madama ha licenziato 17 articoli con quasi nessuna correzione rispetto al testo uscito dalle commissioni. Alla ripresa delle votazioni, stamani, è rinviato il nodo più problematico del provvedimento, la riforma di Bankitalia. Fra le conferme più significative votate, l'articolo 7 che prevede il tetto del 30% del capitale azionario al diritto di voto delle fondazioni nelle assemblee delle banche, dal primo gennaio 2006. Un via libera però approvato con molti dubbi e con una maggioranza risicata. Solo per quattro voti, infatti, l'Aula ha respinto gli emendamenti soppressivi alla norma considerata, dalle opposizioni e dai senatori di Forza Italia Luigi Grillo e Gabriele Boscetto, incostituzionale e inopportuna, considerato il fatto che le fondazioni sono società di diritto privato e che comunque devono cedere il controllo delle banche dal 1 gennaio 2006. Anche Luca Volontè (Udc) ha definito la norma approvata (sbagliata sotto tutti i punti di vista) prospettando una correzione alla Camera. Confermato anche l'articolo 6 che contiene una stretta sulle società off-shore.

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