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Parmalat nel mirino di Granarolo

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Che sembra sempre più diretto verso altri lidi, dopo che già ieri si sono dimessi dal cda della fondazione creditori della società Piergaetano Marchetti e Alberto Maffei Alberti, sostituiti da Guido Angiolini e Ferdinando Superti Furga. Il commissario, in ogni caso, non ha mancato di chiudere il cerchio delle richieste di risarcimento danni con una nuova istanza per 14 miliardi di euro avanzata nei confronti della Banca dei Grigioni di Coira e di un funzionario, accusati di aver intermediato decine di transazioni irregolari secondo i magistrati e il team di esperti del commissario, che ha annunciato nel prospetto anche altri 3 risarcimenti per ulteriori 8 miliardi. Gli occhi sono ora puntati al debutto del titolo. Nominalmente ogni azioni varrà un euro, ma il mercato è convinto del boom: banche, investitori istituzionali e aziende come Granarolo e la francese Lactalis uscite solo ieri allo scoperto ma interessate da tempo, così come la multinazionale Nestlè. Tutte hanno manifestato da mesi l'intenzione di comprare la società. O quote di quella che sarà la nuova Parmalat. Ad oggi, però, le partecipazioni rilevanti fanno riferimento ai gruppi bancari Capitalia e Intesa. La prima detiene il 5,53% mentre il gruppo Intesa un ammontare pari al 2,11%. Vanno poi considerate la quota del 2,74% della Harbert Distressed Investment Found, il 2,30% in possesso di JP Morgan Chase Bank, la Wells Fargo Bank International con il 2,09%, la società Buconero che detiene il 2,07%. Tra le società con partecipazioni rilevanti che erano attese alla vigilia mancano la Popolare di Lodi, che deteneva il 2,1% del capitale, mentre San Paolo Imi con l'1,7% non ha obbligo di comunicare il superamento della soglia del 2%. Insomma, gli ingredienti per far salire il titolo ci sono tutti, come quello relativo al fatto che su 19 miliardi di euro di titoli ben 7 miliardi sono ancora fantasma. Certo saranno messi sul piatto da qualcuno al momento giusto. Intanto le azioni Parmalat sul mercato grigio di Londra vengono quotate già oltre i 2,5 euro. Una quota che porterebbe la capitalizzazione della società - se il mercato giovedì confermerà quel valore azionario - a 4 miliardi dall'1,6 richiamato quale capitale sociale nella pubblicazione del prospetto informativo e sue integrazioni. La Borsa ha già previsto come agire in caso di forti rialzi del titolo: ci sarà una fase di pre-asta che potrà essere prolungata discrezionalmente per far incrociare richieste di vendita e acquisto, e poi si procederà a parametri allargati. Spettatori d'eccezione, giurano in molti, saranno a Palazzo Mezzanotte lo stesso Enrico Bondi e il ministro alle Attività produttive Claudio Scajola.

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