Parmalat in Borsa da giovedì

L'ex impero di Collecchio si presenta comunque ai blocchi di partenza con un capitale sociale di 1,6 miliardi di euro, un numero pari a quello delle azioni del valore nominale di 1 euro, mentre da parte sua Consob ha già dato il via libera alla pubblicazione del prospetto informativo con le integrazioni richieste. Intanto Bondi ha avviato una nuova azione risarcitoria per 1,6 miliardi nei confronti del Monte dei Paschi di Siena. Le ulteriori informative volute da Consob riguardano in particolare la definizione della titolarità delle quote relative alle partecipazioni rilevanti, cioè quelle superiori al 2%, e lo stato delle cause legali avviate sia con la forma delle revocatorie sia delle richieste di risarcimento danni. Le comunicazione sui giornali e preventive a Consob e Borsa Italiana dovrebbero arrivare oggi. Domani al più tardi. Al contempo, Borsa Italiana non appena sarà definito giovedì il 25% del flottante - sempre oggi e domani avverrà la distribuzione delle azioni ai creditori che avranno convertito in ragione di 11 euro ogni 100 - quoterà la nuova Parmalat. Le azioni varranno nominalmente un euro, e dalla composizione del capitale sociale ne risultano nel dettaglio 1.600.926.818. Solo nella fase di pre-asta, con il primo incrocio degli ordini di acquisto e vendita, si conoscerà il reale valore del titolo, e quindi del capitale sociale della nuova Parmalat. Intanto sul mercato grigio londinese i titoli passano di mano a 2,5 euro, con tendenza al rialzo. Più o meno come Bondi e gli analisti si aspettano, valutata la nuova società tra i 3 e 3,5 miliardi. Stando ai calcoli relativi ai crediti presentati le banche italiane ed estere facendo blocco dovrebbero avere poco più del 27%: gli istituti italiani avrebbero il 17,4 (le quote maggiori sono di Capitalia con il 5,7%, Intesa con il 2,5%, Popolare Italiana con il 2,1% San Paolo Imi con l' 1,7%), quelli esteri il rimanente 10% circa. Gli ex obbligazionisti avrebbero il 58,7%, ed il resto sarebbe in mano a fornitori e creditori vari. Ma si tratta di un calcolo al condizionale: infatti, va rilevato come non siano stati presentati crediti al voto sul concordato per ben 7 miliardi di euro su un totale di 19. In pratica, oltre 1/3 dei crediti.