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Ministeriali, 100 euro in più nella busta paga

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Verso la chiusura della trattativa per il rinnovo del contratto 2004/2005. Buoni pasto più ricchi

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L'obiettivo è chiudere con un aumento di 100 euro in busta paga per il biennio economico 2004-2005. Ieri è ripreso il negoziato tra i sindacati e l'Aran (l'agenzia che contratta per conto del governo) con l'intenzione di proseguire a oltranza. La penna è sul tavolo ed entrambe le parti sono pronte a mettere la parola fine a una lunga trattativa. E ieri sera gli stessi sindacati hanno espresso la volontà di chiudere la partita già nelle prossime ore. Intanto un primo risultato è stato raggiunto: l'aumento dei buoni pasto da 4,65 a 7 euro. Arrivano gli aumenti. In base al patto di maggio, raggiunto a Palazzo Chigi, l'aumento per il biennio economico 2004-2005 dovrebbe essere di circa 100 euro medie a regime: 90 euro sul salario tabellare e 10 euro sulla produttività. I sindacati portano a casa anche la rivalutazione dei buoni pasto, fermi da anni a 4,65 euro, che salgono a 7 euro. Ad annunciare la disponibilità all'aumento è stato lo stesso ministro della Funzione pubblica Mario Baccini. Si tratta, ha detto, di un «risultato significativo» perché erano fermi al valore del 1996 e ha aggiunto: «mi auguro ora che la trattativa si concluda al più presto in modo da assicurare ai dipendenti ministeriali il giusto riconoscimento retributivo». Il rinnovo del contratto degli statali riguarda circa tre milioni di lavoratori. Il braccio di ferro si trascina ormai da 20 mesi. La trattativa è partita da richieste molto distanti: i sindacati a maggio chiedevano incrementi salariali dell'8%, più o meno 130 euro; il Governo puntava a un incremento del 4,3%, intorno ai 95 euro. Ed è su queste cifre che si è avviato il dibattito. A tracciare il solco sopratutto il diverso conteggio del peso dell'inflazione programmata: 2,2-2,3% per i sindacati, l'1,6%, come previsto nel Dpef, per il governo. Ma in questi mesi dall'esecutivo sono arrivati segnali più distensivi sulla possibilità di andare oltre i 95 euro previsti dalla Finanziaria. E adesso la volontà è quella di portare l'incremento al 5,1%, circa 100 euro appunto. Le reazioni. Per il segretario generale della Funzione pubblica Cgil (Fp) Carlo Podda, «ci sono le condizioni per raggiungere un accordo. Si tratta ancora di definire le decorrenze degli aumenti». Sulla stessa linea anche il segretario generale del sindacato del pubblico impiego della Cisl (Fps) Rino Tarelli. «Salvo sorprese dell'ultimo momento sempre possibili - ha detto il sindacalista - si delinea un accordo che chiude una vertenza interminabile. I risultati sono apprezzabili anche perché si risolvono questioni che da tempo aspettavano una soluzione come la difesa del potere d'acquisto sul salario tabellare, senza trascurare la quota sulla produttività. Stiamo ancora lavorando - ha aggiunto Tarelli - per completare alcune questioni relative all'inquadramento giuridico del personale. In particolare si tratta di definire inquadramenti già avvenuti ma rimasti in sospeso nell'ultima fase della precedente trattativa». Ottimista anche il numero uno della Uil-Pa, Salvatore Bosco, secondo il quale se dovesse essere confermato «l'aumento dei buoni pasto ci sono le condizioni per chiudere il contratto in nottata». Anche il segretario generale della Flp, Marco Carlomagno, ha annunciato come imminente la firma dell'accordo: «restano ancora questioni insolute - ha aggiunto, tuttavia, il sindacalista - riguardanti le indennità di amministrazione all'interno dei ministeri, e la riduzione della indennità in caso di malattia». A pensarla diversamente dalle altre sigle sono le rappresentanze di base del pubblico impiego. «Non firmeremo l'accordo così come non abbiamo firmato il patto di maggio - ha affermato, Giuliano Greggi, responsabile del comparto ministeri per il sindacato - perché ci sono elementi addirittura peggiorativi rispetto a quell'intesa. L'ipotesi di utilizzare parti del salario accessorio già in godimento presso i singoli ministeri significa votare la contrattazione integrativa».

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