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Alitalia, Lunardi pronto a silurare Cimoli

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Il ministro non smentisce le voci sempre più insistenti sul cambio della guardia al vertice della società

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In questa situazione «delicata» Lunardi ha anche sottolineato che il Governo farà «di tutto» per evitare lo sciopero proclamato per sabato 8 ottobre dai sindacati dei trasporti per gli assistenti di volo Alitalia (dalle 12.00 alle 16.00) e che se i sindacati persisteranno nel confermare l'agitazione potrebbe partire la precettazione dei lavoratori. Intanto la prossima settimana potrebbe arrivare in Consiglio dei ministri il decreto sui requisiti di sistema per il settore aereo con sgravi per la compagnia intorno ai 100 milioni. Lunardi ha confermato che il ministero ha predisposto il provvedimento e che al momento si sta «aggiustando» la cifra complessiva rispetto ai 102 milioni iniziali. Lunardi ha definito la situazione in cui si trova la compagnia un «momento molto delicato» e ha detto che il Consiglio dei ministri potrebbe esaminare il provvedimento la prossima settimana «se potesse essere utile per la sopravvivenza di Alitalia». La Commissione europea attende entro fine anno la ricapitalizzazione, che dovrà far scendere la quota pubblica sotto il 51%. Deutsche Bank e Intesa dovrebbero organizzare l'operazione, ma attendono un nuovo piano industriale che riduca ancora i costi. I sindacati però si preparano alla mobilitazione contro nuovi tagli di personale. In questo contesto difficile sono cominciate a circolare indiscrezioni sul possibile arrivo alla guida della compagnia di Enrico Bondi, che sta per completare il suo lavoro alla Parmalat. Lunardi non ha smentito la possibilità di un'uscita di Cimoli e del suo possibile avvicendamento con Bondi e ad una domanda precisa in tal senso ha risposto solo «non ho nessun commento da fare, sono cose molto delicate». E sull'azione portata avanti da Cimoli ha affermato: «non posso giudicare, non voglio giudicare. Noi la nostra parte l'abbiamo fatta». Ma tra le indiscrezioni che circolano c'è anche quella che Bondi, che è molto «corteggiato», avrebbe già detto no e i due incarichi che ora occupa Cimoli potrebbero andare a due manager, uno dei quali scelto d'accordo con le banche. «Lavoriamo - ha sottolineato Lunardi - perchè sia garantita la sopravvivenza di Alitalia. L'abbiamo fatto fino ad oggi, vorrei ben vedere che non lo facciamo per il futuro. Abbiamo lavorato in sede Ue, abbiamo grande disponibilità dalla Comunità, fino all'ultimo non demordiamo». Infine il ministro è stato netto sulla non opportunità dello sciopero degli assistenti di volo in un momento così delicato per la compagnia. «In questo momento - ha concluso Lunardi - direi che tutti dovrebbero avere la coscienza di non pensare nemmeno allo sciopero. Se dovessero persistere faremo come già fatto altre volte. Vogliamo che i voli siano regolari». Sull'ipotesi di addio da parte di Cimoli è intervenuto anche il sindacato: «Cimoli - ha affermato Dario Balotta della Fit-Cisl - ha commesso il grave errore di non presidiare il ricco mercato del Nord Italia e porre Malpensa al centro del network della compagnia di bandiera». A questo punto, conclude, «è auspicabile che la proprietà pubblica conduca rapidamente la società fuori dalla tenda ad ossigeno nella quale si trova, effettuando celermente la ricapitalizzazione» e «superando un management che non ha centrato gli obiettivi che gli sono stati assegnati».

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