Parmalat torna a Piazza Affari a 2,4 euro
Secondo le valutazioni espresse sul mercato grigio londinese (il mercato non ufficiale dove vengono trattati i titoli di prossima emissione), le azioni della società guidata da Enrico Bondi valgono oggi tra i 2,38 e i 2,45 euro. Ma i titoli, che per ora hanno solo una valutazione virtuale, hanno toccato picchi di 2,50-2,52 euro alla fine della scorsa settimana. La cifra, ha spiegato un trader di una primaria banca italiana, scaturisce dal valore riconosciuto alla società di Collecchio sulla base del fatturato e del cash, pari a circa 3,1-3,5 miliardi di euro, cui viene aggiunta la percentuale di successo stimata per le revocatorie. Gli addetti ai lavori ritengono tuttavia che tale quotazione sia prudenziale, espressa da un mercato poco propenso a prendere posizioni a causa delle molte incognite che presenta ancora l'operazione di conversione (bond in default-nuove azioni). Per esempio, uno dei fattori che potrebbe incidere sul titolo al suo esordio in Borsa è la presenza di fondi Usa che per statuto non possono detenere azioni e che si ritrovano in mano i titoli Parmalat in virtù dell'automatismo che prevede, con l'omologa del concordato, la conversione delle obbligazioni Parmalat in azioni della società. Il caso Eurofood. Ma sul valore incide anche l'andamento di tutte le altre battaglie legali aperte dal commissario straordinario. Un fronte sul quale ieri Bondi ha subito una battuta d'arresto, dopo che l'avvocatura della Corte di Giustizia Europea ha accolto le tesi di Bank Of America sulla vicenda Eurofood, la controllata irlandese di Parmalat di l'azienda italiana voleva spostare le procedure di liquidazione in Italia. Secondo l'avvocatura Ue, invece, la liquidazione di Eurofood e quindi la nomina e la conseguente procedura dovranno essere prese in Irlanda secondo la legislazione irlandese. Uno scacco per Bondi, visto che attraverso Eurofood sono transitate diverse operazioni finanziarie decise a Collecchio e non a Dublino dove Eurofood aveva sede legale. Parte il processo. Oggi intanto si apre a Milano il processo al patron della società, Calisto Tanzi (che probabilmente sarà in aula) e altri ex amministratori di Parmalat e di alcune società collegate. Si tratta del primo processo dopo i patteggiamenti di fine giugno che avevano riguardato tra gli altri il figlio del patron di Collecchio, Stefano Tanzi. In vista del processo, l'Adusbef, una delle associazioni dei consumatori che si è schierata come parte civile, ha fatto sapere di ritenere «irricevibile» la proposta avanzata dalla difesa di Tanzi di far fronte comune contro le banche. «In uno dei più gravi crack finanziari del Paese, - ha affermato l'Adusbef - non si possono confondere le responsabilità cercando di attenuarle con una sorta di Santa Alleanza tra i rappresentanti dei risparmiatori e gli autori della bancarotta che ha messo sul lastrico 135.000 risparmiatori».