Antonveneta, Bpi è già pronta a voltare pagina
Il 30 settembre il cda approverà la semestrale e potrebbe nominare il nuovo direttore generale
Un cambio di rotta e un rinnovamento di governance reso sempre più necessario dopo le nuove indagini della magistratura milanese che mirano ad accertare la reale consistenza patrimoniale degli indagati e che, se dovessero portare alla scoperta di illeciti, chiuderebbero definitivamente le porte alla vecchia dirigenza della banca e ai sui principali soci e alleati come Emilio Gnutti. Per questo Bpi sta vagliando la nomina di un direttore generale esterno, anche se non è stata ancora formalizzata una lista di nomi. È probabile tuttavia che la questione sarà al vaglio del board del 30 settembre che deve fare i conti anche con una possibile azione di responsabilità nei confronti dell'ex leader Fiorani. Ma da parte del consiglio c'è anche la necessità di dare un segnale di forte tenuta operativa della banca dopo le tumultuose vicende degli ultimi mesi. Inoltre la nuova dirigenza dovrà realizzare un'operazione rigorosa sui conti come richiesto anche dagli ispettori di Banca d'Italia che stanno lavorando nella sede centrale a Lodi. Gioverà certo nei prossimi mesi l'incasso dalla cessione della quota Antonveneta ad Abn, valutata oltre 2 miliardi. Per la vendita, sottoscritta nella notte di domenica, i tempi non sono tuttavia strettissimi visto che occorre il via libera di Banca d'Italia e Consob e poi lo sblocco delle azioni da parte dei magistrati milanesi. Magistrati che intanto proseguono nella loro inchiesta acquisendo nelle sedi di tre fiduciarie, fra Milano e Brescia, la documentazione relativa ai mandati che fanno riferimento a un centinaio di persone, sia fisiche sia giuridiche, che figurerebbero in società di carattere immobiliare. È lo sviluppo del filone definito dagli inquirenti «collaterale», nato dalle verifiche sulla reale situazione patrimoniale dell'ex ad di Bpi Fiorani e di alcuni manager della banca e che ora si sta allargando alle altre persone sotto inchiesta. Le conseguenze di questi accertamenti potrebbero avere una ricaduta anche sul filone principale che riguarda il rastrellamento delle azioni Antonveneta da parte di Bpi e alleati. In pratica, se dovessero emergere operazioni non lineari, con l'utilizzo di prestanome insospettabili per nascondere i patrimoni di alcuni dei principali personaggi coinvolti nell'inchiesta (questa è un'ipotesi), i magistrati milanesi difficilmente lascerebbero scadere il prossimo 2 ottobre la misura interdittiva disposta nei confronti dell'ex direttore finanziario di Bpi Gianfranco Boni, di Gnutti e dell' immobiliarista Stefano Ricucci.