Rcs, il patto sogna la fine dell'assalto
Il presidente di Banca Intesa è convinto che non ci sarà l'opa sul gruppo editoriale
Secondo il presidente di Banca Intesa e componente del patto di sindacato della della società editrice del Corriere della Sera, Giovanni Bazoli, la discesa del titolo a Piazza Affari è dovuta al fatto che l'ipotesi di scalata su Rcs è tramontata. I titoli Rcs Mediagroup venerdì scorso hanno archiviato la seduta in calo del 2,82% a 4,89 euro in scia alle voci sul pressing delle banche su Ricucci che, comunque, non accetta le critiche e, per smentire le presunte difficoltà finanziarie, afferma di essere disposto a rilevare l'1% di Romiti in Rcs a 7 euro. Una proposta allettante per i Romiti che hanno tutto l'interesse a incassare il più possibile dalla vendita della loro quota in Rcs per trovare risorse finaziarie da investire nel business degli aeroporti. Ora bisognerà attendere la reazione in Borsa dei titoli, per vedere se il peggio è alle spalle. Bazoli si è detto «tranquillo» perchè «il patto è compatto, senza nessuna incrinatura». È evidente, ha aggiunto, «che questo ridimensionamento dipende dal fatto che si è sospesa, fermata forse definitivamente, quella fase che, quando ci sono voci di scalata, accompagna questo tipo di operazioni», spiega Bazoli da Washington, a margine del Fmi, precisando di voler credere che «non tutto si risolve con scalate, ricerca di poteri e speculazioni, ma che abbiano un peso decisivo» per lo sviluppo delle imprese «anche le qualità ed i piani industriali». Bazoli non ha mai manifestato preoccupazioni «anche quando - sottolinea - c'era chi si domandava chissà cosa c'è sotto o sosteneva che c'ero io dietro certi personaggi». Una tranquillità quella del presidente di Banca Intesa riconducibile anche alla constatazione che «fosse molto difficile per chiunque proporre qualcosa di più valido dal punto di vista industriale rispetto a quanto un azionariato compatto ed un management valido stanno facendo, con progetti già elaborati che testano le potenzialità del gruppo». I titoli Rcs la scorsa settimana hanno scontato pesanti perdite, fino a scivolare a 4,74 euro, dopo le crescenti apprensioni sulla tenuta della galassia di Magiste che non hanno fatto altro che alimentare i timori di un imminente diluvio sul mercato di azioni Rcs in mano a Ricucci, a tutto svantaggio delle quotazioni: ormai da tempo sono scattate le vendite su Rcs in scia alle preoccupazioni che l'immobiliarista debba cedere azioni per rafforzare le garanzie date alle banche soprattutto in titoli. Voci, queste, di cui Ricucci non vuole sentir parlare e che smentisce: «Nessuno mi ha chiesto rientri», ha precisato in un'intervista a Finanza e Mercati, cercando di dissolvere i dubbi sulle presunte difficoltà finanziarie del suo gruppo.