Privatizzazione a fine anno

O almeno entro l'8 luglio, data limite fissata dal governo italiano, dodici mesi fa, entro la quale portare la propria partecipazione dal 62% a un livello inferiore al 50%. Se ne parlerà giocoforza alla fine dell'anno in coincidenza con la ricapitalizzazione da 1,2 miliardi di euro da parte della compagnia di bandiera. Un'operazione, questa, che sta sicuramente più a cuore alla Commissione Ue. Sarà quella probabilmente l'occasione in cui lo stato perderà il controllo della quota di maggioranza. A via XX settembre basterà, infatti, non sottoscrivere nessuna porzione dell'aumento di capitale per vedere automaticamente diluita la propria partecipazione. E' sicuramente questo ragionamento che ha indotto la Commissione Ue e non considerare scolpita nel marmo la data dell'8 ottobre per la privatizzazione della compagnia di bandiera. Per il commissario ai trasporti Jacques Barrot, infatti, ciò che conta è che la ricapitalizzazione «sia effettivamente fatta prima della fine dell'anno». Fonti comunitarie rilevano che la decisione di privatizzare la compagnia di bandiera, peraltro accolta con molto favore da Bruxelles quando venne negoziato nel 2004 il prestito ponte di 400 milioni di euro, è stato un impegno autonomo del governo italiano. Dunque in vista della scadenza dell'impegno la Commissione ha più volte ribadito che «non ci sono elementi per riaprire un esame su Alitalia». Per ora. Perchè i servizi del commissario Barrot tengono sotto controllo l'evoluzione del dossier. Ogni cambiamento di programma rispetto ai modi e ai tempi della ricapitalizzazione porterebbe alla riapertura formale del caso a Bruxelles.