Ingresso ufficiale delle banche nella Fiat

Scade oggi, infatti il termine per la conversione del prestito concesso al Lingotto da otto istituti di credito il 26 luglio 2002 per sostenere la casa automobilistica in una delicata fase di crisi. Le aziende bancarie sottoscriveranno le azioni di nuova emissione, però, in uno scenario molto diverso non soltanto da quello in cui si dibatteva il gruppo tre anni fa, ma anche da quello che si stava profilando prima che Ifil, giovedì scorso, decidesse di mantenere al 30% la sua presa sul Lingotto. Con una mossa preparata da tempo, ma comunicata a sorpresa al mercato con modalità e tempistica tali da provocare l'intervento della Consob, la finanziaria della famiglia Agnelli ha evitato la diluizione al 22% cui sarebbe andata incontro dopo l'aumento di capitale varato da Fiat al servizio del convertendo. Un'operazione che è finita sotto la lente della Commissione guidata da Lamberto Cardia che ha chiesto alla finanziaria guidata da Gianluigi Gabetti di chiarire tutti gli aspetti della vicenda, soprattutto per quanto riguarda le comunicazioni al mercato. Gli Agnelli restano quindi a presidiare il gruppo contro i rischi di scalata con un investimento complessivo di 576 milioni (di cui 535 usati per rilevare le azioni a 6,5 euro l'una) e una plusvalenza di 74 milioni, mentre le banche diventano socie, a 10,28 euro per azione, con quote complessive poco lontane dal 27%, già in gran parte svalutate nei bilanci degli istituti. Ciascuna banca sottoscrive le nuove azioni tramite la compensazione del credito vantato verso Fiat: Intesa avrà il 5,78%, Unicredit il 5,56%, Sanpaolo il 3,56%, Capitalia il 3,78%, Bnl e Mps il 2,67% l'una, Abn Amro e Bnp l'1,34% a testa. Lo stesso giorno Ifil porterà a compimento l'operazione annunciata nei giorni scorsi e rileverà le azioni da Exor: la contestualità non è casuale ed è stata studiata per evitare alla holding l'obbligo di opa legato alla diluizione e al successivo ritorno sopra il 30%. E la stessa Consob non avrebbe eccepito nulla su questo aspetto. Sempre domani Ifil venderà alla banca d'affari Merrill Lynch tutti i diritti di opzione che le competono sull'aumento di capitale di Fiat. La manovra servirà a dimostrare l'impossibilità della holding di partecipare alla ricapitalizzazione. Da parte sua la banca d'affari, naturalmente, non sottoscriverà i titoli. Allo stesso modo non si prevedono adesioni all'offerta in opzione, a 10,28 euro, che le banche dovranno proporre agli azionisti nelle prossime settimane, una volta ottenuto il via libera della Commissione al prospetto informativo. In Borsa intanto sono proseguite le vendite già viste venerdì col venir meno dell'interesse speculativo legato a una maggiore contendibilità del gruppo automobilistico: Fiat ha lasciato sul terreno l'1,99% a 7,33 euro nella versione ordinaria. Deboli anche Ifi (-1,37% a 13,25 euro) e Ifil (-0,53% a 3,76 euro). Fin qui l'aspetto finanziario della questione. Qualche nube già addensa anche dal lato della produzione. Il possibile rilancio che il successo riscosso dal lancio della Grande Punto lascia presagire alla società guidata da Sergio Marchionne, infatti, è messo a rischio dalla prova di forza tra azienda e sindacato nello stabilimento di Melfi (Pz). La prima chiede un aumento dei turni di produzione per soddifare una domanda che, secondo le prime stime, sembra molto elevata. I secondi, invece, non sembrano disponibili ad accettare senza contropartite la riorganizzazione delle turnazioni in fabbrica. Così il braccio di ferro è iniziato con uno sciopero in corso di replica la prossima domenica. Nuovi incarichi al Lingotto. Ieri in una nota l'azienda di Corso Marconi ha annunciato una serie di nomine. Antonio Baravalle, sarà il nuovo responsabile del marchio Alfa Romeo. Olivier Francois, guiderà il marchio Lancia. Lorenzo Sistino, reponsabile commerciale mondo del marchio Fiat. Roberto Ronchi, assumerà la direzione di Fleet Management e Network Development; Mauro Veglia, assume la responsabilità del Customer Care di Fiat Auto. Stefan Ketter, guiderà i