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Blitz di An e Udc sulle rendite finanziarie

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Torna l'ipotesi di aumento della tassazione sui capital gain. Salvando però i piccoli risparmi

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An e Udc premono, nonostante l'intervento sia stato già bocciato dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Sia perché ritenuto poco efficace per il risollevamento dei conti pubblici. Sia perché, in scadenza di legislatura, l'effetto sull'elettorato potrebbe essere deleterio per un Governo che da anni promette «meno tasse per tutti». Esclusa l'ipotesi di un nuovo condono fiscale, il ministero dell'Economia sta valutando quali strade sono percorribili per finanziare la manovra per il 2006. Anche i Bot nel mirino. Un livellamento dell'imposizione fiscale sulle plusvalenze derivanti dalle speculazioni di Borsa, che oggi sono tassate al 12,5 per cento, potrebbe rappresentare uno degli snodi cruciali per risolvere il problema delle risorse necessaria a finanziarie la manovra del 2006. E, secondo quanto risulta a Il Tempo, i tecnici del ministero dell'Economia sono al lavoro per studiare un intervento che faccia salvi i piccoli risparmi, colpendo invece le grandi rendite. Nei mesi scorsi il sottosegretario all'Economia, Michele Vietti (Udc), aveva annunciato che il dicastero di Via Venti Settembre stava lavorando all'ipotesi di aumento della tassazione sui capital gain, compresi quelli derivanti da Bot e altri titoli di stato. Salvaguardando, però, i piccoli risparmiatori, con una sorta di franchigia sugli importi meno elevati. Sull'argomento è tornato nei giorni scorsi il leader dell'Udc, Marco Follini: «Bisogna distinguere il gruzzolo che i piccoli risparmiatori mettono da parte per la vecchiaia e le stock option dei grandi manager: su queste ultime vogliamo aumentarle le tasse o no?». Anche An si è detta favorevole all'inasprimento della tassazione sulle rendite finanziarie: un chiaro segnale è arrivato dal ministro della Salute Francesco Storace e dal ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno. Mentre Forza Italia resta arroccata sulle indicazioni del premier. Si profila l'ipotesi, quindi, che il provvedimento non sia presentato direttamente dal Governo, ma venga introdotto nella Finanziaria con un emendamento della maggioranza durante la discussione parlamentare. Parte la settimana decisiva. La manovra che il ministro dell'economia Domenico Siniscalco si prepara a testare nel corso di incontri con ministri e tecnici fin da oggi, si basa su alcuni punti cardine: guerra all'evasione per recuperare la massima quota possibile di gettito finora sfuggita al Fisco, risparmi (con enti locali e sanità nel mirino) Irap e pubblico impiego. Anche se a questo proposito il ministero dell'economia ha ribadito ieri che «per quanto riguarda i contratti pubblici in essere le risorse sono già comprese nei tendenziali di finanza pubblica». Sembra certo, inoltre, che venga riproposto lo sconto del 36% sulle ristrutturazioni edilizie, strumento che in alcune aree del paese ha avuto l'effetto non solo di favorire l'emersione, ma anche di rilanciare il settore. Per allargare la base i tecnici del ministero pensano di estendere la facilitazione ad altri interventi di manutenzione domestica e non limitandola più ai soli proprietari, ma puntando anche sugli affittuari che potrebbero godere dell'agevolazione in misura proporzionale all'affitto pagato. Con l'intenzione evidente di favorire anche l'emersione degli affitti in nero. Oltre al ricco ventaglio di sforbiciate per contenere la spesa pubblica, che, secondo le ipotesi e le tabelle circolate in questi giorni va a toccare quasi tutti i settori dello Stato (riduzione del tetto della spesa farmaceutica, tagli a ministeri ed enti, a consulenze, spese rappresentanza, finanziamenti a Authority) ci potrebbe essere anche un'accelerazione del processo di aumento contributivo per i lavoratori autonomi. Appare difficilmente praticabile un anticipo della riforma pensionistica dopo la dura presa di posizioni del ministro del Welfare, Roberto Maroni, così come restano di incerta quantificazione le dismissioni immobiliari, capitolo che finora ha sempre reso meno delle previsioni. La partita pol

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