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Scontro sulla tassazione delle rendite finanziarie

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Il ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno, che chiede un dibattito «chiaro, trasparente e senza trucchi», mette in guardia Governo e maggioranza dal rischio di una «manovra elettoralistica fatta di slogan e prebende»; e rilancia con forza la proposta di un aumento della tassazione sulle rendite finanziarie che appena quattro giorni fa il premier Silvio Berlusconi è tornato a bocciare categoricamente. Proposta che ha incassato un sì dal sottosegretario al Tesoro, Michele Vietti (Udc) e un secco no dal ministro del Welfare, Roberto Maroni («La linea della Lega è quella del premier»). Vietti ha quindi confermato che si va verso una manovra la cui entità sarà di 21-22 miliardi, di cui 10-11 per lo sviluppo: «Risorse da reperire con misure strutturali e non di facciata alle quali ci opporremmo», ha avvertito, ammettendo che «esiste un problema di copertura» e che «la lotta all'evasione fiscale è un bello slogan ma difficile da tradurre in pratica». E se si considera che i margini di intervento sul taglio alle spese e sulla regola del 2% «sono ridotti», è chiaro che «l'idea di tassare le rendite non può essere scartata a priori». Tra le altre proposte in discussione, come ha spiegato Maurizio Leo, anche quella di rendere deducibile l'intero ammontare dei contributi previdenziali e quella di replicare l'esperienza del concordato di massa del 1994.

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