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I Romiti conquistano Aeroporti di Roma

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Gemina vince il braccio di ferro con Falck: preso il 31% della holding Leonardo per 220 milioni

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È stato raggiunto l'accordo fra la finanziaria che fa capo alla famiglia Romiti e il gruppo Falck sul 31% di Leonardo, la società che detiene il 51,08% di Aeroporti di Roma. Ieri il consiglio d'amministrazione di Gemina ha comunicato «di accettare la proposta ricevuta da Finstahl (gruppo Falck) in ordine alla partecipazione» al prezzo di 220 milioni, che verranno pagati al momento del trasferimento della quota, la prossima settimana. La copertura finanziaria dell'operazione è assicurata da un finanziamento bancario a breve termine, che sarà sottoscritto il 12 settembre. E dopo il +5,75% di giovedì, ieri a Piazza Affari il titolo Gemina ha registrato un altro +2,21% a 1,991 euro. Partita chiusa. Gemina aggiunge così l'ultimo tassello necessario per assumere il controllo di Adr, la società che gestisce gli scali di Fiumicino e Ciampino. La finanziaria ha in portafoglio il 42% di Leonardo, un'opzione sull'11% di Impregilo per 63,6 milioni di euro e un preliminare di vendita sul 16% in mano alla Italpetroli della famiglia Sensi per un prezzo di 83 milioni di euro. Con l'acquisto della quota Falck, Gemina sale al 100% di Leonardo che detiene il 51,15% di Adr (l'altro grande socio di Adr è il fondo australiano Macquaire Airports Group con il 44,74%). E pensare che proprio giovedì il gruppo Falck aveva lasciato intendere di voler ostacolare il progetto di Gemina, smentendo la notizia di una trattativa in corso e reputando inaccettabile un'offerta di 200 milioni di euro. Sono bastati 20 milioni in più per convincere a fare marcia indietro la storica azienda dell'acciaio, che, dalle dichiarazioni fatte circolare nei giorni scorsi, sembrava volesse intascare una cifra molto più alta. Cesare Romiti, primo azionista del patto di sindacato di Gemina tramite la finanziaria di famiglia Miotir, mette a segno una vittoria importante voluta con tenacia. Adr era l'ultimo vero gioiello rimasto in cassaforte dopo il riassetto di Impregilo e la vendita di Rcs. I dubbi sulle disponibilità finanziarie di Gemina, però, stavano per mettere in discussione l'operazione sugli aeroporti. Per dotarsi della liquidità necessaria per rilevare il 31% in mano a Falck, Romiti si è rivolto all'istituto di credito a lui più vicino ai tempi di Enrico Cuccia. Sul tavolo del cda di Gemina sarebbe infatti pervenuta da Mediobanca una proposta di prestito per 250 milioni. «Credo che chiuderemo», ha affermato ieri Romiti all'uscita dalla riunione del patto di Gemina riferendosi alla trattativa con Falck. E infatti poco dopo è arrivata la notizia ufficiale dell'accordo. Per quanto riguarda invece il closing dell'acquisto da parte di Gemina della quota di Italpetroli Romiti è apparso prudente e si è limitato ad affermare: «Ci vogliono le due parti». Ma anche su questo versante Gemina avrebbe trovato i fondi necessari grazie alla cessione dell'1% di Rcs (ieri i soci del patto non hanno affrontato la questione del prezzo per la quota della società editrice). La conquista di Adr è anche una rivincita per il figlio dell'ex numero uno della Fiat, Pier Giorgio Romiti, che ricopre la carica di amministratore delegato di Gemina e fino al novembre del 2003 è stato amministratore delegato di Adr. Falck punta sull'energia. Il gruppo Falck, invece, ha deciso di concentrarsi sulle strategie di sviluppo nel settore dell'energia. Nei prossimi mesi il gruppo sarà chiamato ad aderire per la sua quota parte alla ricapitalizzazione da 250 milioni della controllata Actelios, mentre a marzo scadrà il prestito sindacato di 110 milioni di euro sottoscritto con le banche proprio per finanziare l'espansione nel mercato dell'energia. Una linea di credito che, però, può essere rinnovata su richiesta della società. La quota in Adr non potrebbe però essere l'unica a essere ceduta dalla società presieduta da Federico Falck, che detiene quote in Unicredit, Mediobanca e Banca Intesa e da cui il gruppo conta di ricavare circa 130 milioni di euro.

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