Bnl, l'Isvap prepara il via libera a Unipol
Il nodo da sciogliere è quello dell'adeguatezza patrimoniale della compagnia di assicurazioni emiliana rispetto alla portata dell'acquisizione. A Bologna però c'è ottimismo, tanto che l'aspettativa è di ottenere tutti i permessi per lanciare l'Opa entro il 15 di questo mese. La prima delle quattro autorizzazioni (quella dell'Antitrust) è stata acquisita, mentre la Consob ha già dato un primo giudizio positivo in attesa di alcune integrazioni che peraltro sarebbero già state predisposte. All'appello restano solo la Banca d'Italia e l'Isvap. Ma è quest'ultima, che ha competenza in materia di vigilanza sulle assicurazioni, a dover dare il giudizio più pesante, visto che Palazzo Koch ha bloccato la sua istruttoria proprio in attesa delle decisioni dell'Authority guidata da Giancarlo Giannini. A parte le questioni patrimoniali e di stabilità della compagnia bolognese, l'Isvap comunque avrebbe già definito il responso sulla legittimità dell'operazione. Mentre, secondo quanto riferito ieri da Il Sole 24 Ore si sarebbe lavata le mani sulla necessità di cambiare lo statuto di Unipol. Una questione sulla quale esistono peraltro diversi pareri favorevoli all'operazione tentata dalla società di Giovanni Consorte. Tra questi, spicca il parere pro veritate espresso da Francesco Galgano, uno dei luminari del diritto commerciale in Italia. Il parere dello studio Galgano, come riferito ieri dall'agenzia di stampa Il Velino, prende le mosse da una direttiva dell'Unione europea, che consente di costituire conglomerati finanziari con banche e assicurazioni. Quindi non c'è alcuna necessità, come invece sostengano altri giuristi come Guido Rossi, di cambiare l'oggetto sociale di una compagnia di assicurazioni che acquista un istituto di credito. Un cambiamento, sottolinea il rapporto del professor Galgano, che le autorità di vigilanza in Italia non hanno chiesto in passato ad esempio alla stessa Unipol, quando il gruppo assicurativo presieduto da Giovanni Consorte ha costituito la controllata Unipol Banca. Inoltre il rapporto di Galgano fa riferimento, per contrastare l'opinione secondo cui l'intreccio assicurazioni-credito sarebbe vietato, a uno studio dell'Isvap svolto in collaborazione con la Banca d'Italia nel quale sono elencate le banche italiane che detengono partecipazioni in ben 68 società assicurative e sono evidenziate le partecipazioni di banche italiane in 19 tra compagnie assicurative e broker esteri. Come dire, in altri termini, che gli intrecci tra i due settori sono sempre più stretti e quindi costituiscono sempre meno un'anomalia e men che meno una patologia.