Vino, 90 milioni per il settore
Con il decreto approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, il governo risponde così all'emergenza del settore vitivinicolo, che ha portato a proteste dai toni molto accesi. Si tratta dei cosiddetti aiuti di Stato "de minimis" e, dunque, a prova di Bruxelles - ha assicurato il ministro Alemanoo - per agevolare i contratti fra i produttori di vino e i produttori agricoli a prezzi accettabili sulla falsa riga di quanto è già accaduto per la Puglia. A poterne usufruire saranno tutte le province che ne faranno richiesta. Due i fronti principali della protesta che ha portato al provvedimento. Da una parte, la difficoltà nel riuscire a fare fronte allo smaltimento dei grandi quantitativi invenduti di vino. E proprio per cercare di far tirare un sospiro di sollievo al comparto, il prossimo 6 settembre l'Europa dovrebbe autorizzare il via alla distillazione di crisi, per un valore di circa 80 milioni di euro. Un punto sul quale, «abbiamo ricevuto specifiche rassicurazioni», ha detto il ministro. Dall'altra, la crisi da sovrapproduzione dell'uva da tavola, di cui l'Italia è il principale produttore europeo con circa 14 milioni di tonnellate ottenute per oltre il 70% in Puglia. Un problema, quest'ultimo, che verrà parzialmente risolto con l'utilizzo delle eccedenze a fini umanitari da parte dell'Agea, autorizzata ad acquisire sul mercato un quantitativo massimo di 800 mila quintali di uva da tavola. Finanziamenti, aiuti alimentari sono necessari ma non bastano. E così aumenteranno anche i controlli, soprattutto quelli della Guardia di Finanza. Non usa mezzi termini Alemanno per spiegare il vero obiettivo di questa misura: «Il rischio - ha detto - è che si creino situazioni di cartello» o che si faccia strada il pericolo «di aggiotaggio».