Alitalia, banche in attesa del nuovo piano
Passera: la ricapitalizzazione della società dipenderà dall'aggiornamento delle misure per il rilancio
Lo ha dichiarato ieri l'amministratore delegato di Banca Intesa, Corrado Passera, sottolineando che sarà fatto tutto il possibile per trovare una soluzione alla crisi della compagnia. Banca Intesa dovrebbe affiancare Deutsche Bank nella ricapitalizzazione della società guidata da Giancarlo Cimoli, anche se restano ancora aperte alcune questioni relative al ruolo che i due istituti dovranno avere nell'operazione. «C'è un problema di accordi tra noi, ma non è il problema principale da risolvere» ha minimizzato Passera. Il futuro di Alitalia, inoltre, resta legato a doppio nodo anche alla capacità di fare fronte all'aumento dei costi dovuti al caro petrolio e alle strategie per rendere indolore l'uscita del personale in esubero prevista dal piano di ristrutturazione. La ricapitalizzazione. L'aggiornamento del piano industriale è la condizione principale posta dagli istituti di credito candidati a garantire l'operazione che dovrà portare nuovi mezzi nelle casse della compagnia. «Qualsiasi impegno può essere discusso solo a valle del piano d'impresa» ha detto Passera a margine del meeting di Comunione e Liberazione a Rimini. Sui rapporti con Deutsche Bank, Passera ha sottolineato che dopo la presentazione del nuovo piano industriale «potremo valutare insieme che tipo di impegno prenderci. Siccome - ha concluso Passera - questa deve essere un'operazione di mercato deve essere fondata su un piano d'impresa solido». Tempi stretti per il nuovo piano. Il piano industriale di Cimoli dovrà essere aggiornato al più presto anche perché non sembra in vista alcun rinvio del termine dell'8 ottobre posto dalla Commissione europea per avviare la ricapitalizzazione. Lo ha sottolineato il ministro del Welfare, Roberto Maroni, che in questi giorni sta seguendo da vicino il dossier Alitalia, anche a causa della vertenza in corso sugli scioperi. «Non si è ma parlato di slittamento del termine ultimo per la ricapitalizzazione. Non ne so nulla. Immagino che se si presenterà una cosa del genere, nel Governo se ne discuterà. Finora però questa ipotesi non è mai uscita» ha detto ieri Maroni. Cimoli, quindi, dovrebbe presentare l'aggiornamento del documento industriale al consiglio d'amministrazione del 12 settembre, quello in cui il board della compagnia dovrà approvare la semestrale. Ma già una prima bozza delle misure correttive sarà oggetto di una verifica governativa alla fine della prossima settimana, quando si riunirà anche il consiglio dei ministri che, come annunciato da Maroni, esaminerà il caso Alialia divenuto scottante sia dal punto di vista sindacale sia per le conseguenze del caro-greggio. La minaccia del caro-greggio. Sui conti della compagnia pesa come un macigno la crescita del prezzo del petrolio che, nonostante il riallineamento del sovrapprezzo carburante, avrebbe provocato un peggioramento dei costi operativi di circa 300 milioni di euro. Un aggravio, questo, sui cui Cimoli, avrebbe già messo mano avviando azioni di risparmio per circa 150 milioni di euro e per il quale, dunque, resterebbe una cifra analoga da coprire, presumibilmente con la manovra sul piano. Più difficili da ipotizzare sono invece le misure che Cimoli penserà di mettere in campo per correggere l'andamento dei conti aziendali. Considerato che alcune azioni di risparmio sono state già avviate e che avrebbero riguardato sia il fronte degli approvvigionamenti sia quello dell'organizzazione del network, è plausibile che possano essere in cantiere anche misure che riguardino il personale.