La lente Consob sul boom Fiat in Borsa
Ifil e le banche che hanno in mano il prestito convertendo negano di aver innescato il balzo del titolo
Ma da nessuno degli interpellati sono giunte indicazioni utili a capire la bagarre in Borsa. Dalle banche è arrivata la conferma che «sono in corso le verifiche di natura tecnico-legale» in vista dell'approssimarsi della scadenza (Unicredit, Banca Intesa, SanPaolo Imi). E che invece «non è in corso alcuna discussione con Fiat» per ulteriori accordi sulle nuove azioni che verranno dalla conversione del finanziamento da 3 miliardi, «nè sono state intraprese o sono allo studio iniziative in merito alla prossima scadenza del prestito» (Capitalia). L'Ifil, intanto, si è chiamata decisamente fuori dall'ipotesi che possa aver acquistato titoli sul mercato innescando il balzo delle quotazioni, idea suggerita dalla possibile volontà della famiglia Agnelli di limitare l'effetto diluitivo atteso della conversione del prestito. Ifil ha precisato nel dettaglio, in una nota condivisa anche dall'Accomandita, «di non aver intrapreso, nè studiato» alcuna iniziativa in vista della scadenza, ma ha comunque ribadito di voler rimanere azionista di riferimento della Fiat. Al momento opportuno verranno valutate eventuali iniziative, ha fatto sapere. Nessun'altra indicazione da Fiat, che ha solo ricordato ancora una volta che il cda del 15 settembre delibererà l'aumento legato alla restituzione del prestito da 3 miliardi, con un'emissione di nuove azioni a un prezzo da determinarsi con la media tra 14,4409 euro e la media dei prezzi ufficiali nei sei mesi precedenti. Le azioni saranno quindi sottoscritte dalle banche il 20 settembre con obbligo di offrirle in opzione agli attuali azionisti. A Piazza Affari, intanto, il titolo ha lasciato sul terreno lo 0,92% a 7,377 euro dopo aver aggiornato nuovamente nel mattino i massimi già raggiunti alla vigilia segnando così un nuovo record dagli inizi del 2003 a quota 7,595. Ancora intensi gli scambi, con oltre 40,5 milioni di azioni passate di mano, e pari al 5% circa del capitale votante. Le verifiche tecnico-legali cui hanno fatto riferimento le banche riguardano in particolare l'esame nel dettaglio delle procedure che verranno seguite per la conversione. Entro venerdì 26, infatti, le banche dovranno far pervenire alla banca agente del prestito, Banca Intesa, una risposta scritta sulla memoria legale predisposta dallo studio Chiomenti in cui si valuta tra l'altro l'ipotesi di offrire i titoli Fiat in opzione ai soci anche a valori diversi rispetto al prezzo atteso per la conversione (oltre i 10 euro).