Alitalia, nuovi ostacoli all'aumento di capitale
Intesa e Deutsche Bank chiedono di rivedere il piano industriale. Difficile privatizzare entro l'8 ottobre
Le prossime ore serviranno al ministro del Welfare, Roberto Maroni, per fare «una serie di verifiche» e vedere se il numero uno della compagnia farà dietro front sulla decisione di disconoscere il sindacato come controparte nelle trattative. Nell'attesa, il Sult ha comunque confermato lo sciopero di 48 ore degli assistenti di volo per il 30 e 31 agosto e, su richiesta di Maroni, il collega delle Infrastrutture e dei Trasporti Pietro Lunardi si è dato tempo fino a stasera per decidere l'eventuale precettazione. Se il clima non è sereno nelle relazioni industriali, non sembra volgere al bello neppure sul versante finanziario. Deutsche Bank e Banca Intesa - che dovrebbero garantire la ricapitalizzazione della compagnia e assorbire la parte di azioni rimaste inoptate - hanno chiesto all'Alitalia di ottenere una proroga dalla Ue, rispetto all'8 ottobre fissato per la privatizzazione (con la discesa dell'azionista Tesoro dall'attuale 62,3% sotto il 49%). Lo slittamento viene chiesto, tra l'altro, per un ulteriore aggiornamento del piano industriale 2005-2008 che, calibrato sul greggio intorno a 40 dollari al barile, tenga conto della recente impennata del petrolio. Ma c'è un'altra perturbazione: l'istituto guidato da Corrado Passera - che non si è ancora impegnato ufficialmente - chiederebbe una parità di ruoli, mentre la banca tedesca vanterebbe maggiori poteri per esser scesa per prima in campo al fianco di Cimoli. Inoltre, la condizione posta nella lettera di intenti del 19 aprile per sottoscrivere un contratto di garanzia del buon esito dell'aumento è la presenza di un'altra primaria banca italiana. E se Intesa rinunciasse all'operazione, si potrebbe chiamar fuori anche Deutsche Bank.